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Comunali Milano 2016, Parisi: “Candidato fascista inserito prepotentemente dalla Lega”

Infuria la polemica sulla presenza tra i candidati della Lega al municipio 8 di Milano di Stefano Pavesi, 25enne appartenente a un gruppo della destra radicale. Dopo aver cercato di minimizzare, il candidato sindaco di centrodestra Stefano Parisi attacca: “Si tratta di una persona antisemita e fascista e nel mio lavoro non può trovare spazio. La Lega lo ha inserito prepotentemente”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il candidato al Municipio 8 di Milano Stefano Pavesi (al centro) con i leghisti Mario Borghezio (a sinistra) e Massimiliano Bastoni (Facebook)
Il candidato al Municipio 8 di Milano Stefano Pavesi (al centro) con i leghisti Mario Borghezio (a sinistra) e Massimiliano Bastoni (Facebook)

Non accenna a placarsi, anzi assume toni ancora più accesi, la polemica sulla presenza di un presunto "fascista antisemita" tra i candidati della Lega Nord in uno dei municipi di Milano alle prossime elezioni comunali. Il virgolettato è del candidato sindaco di centrodestra Stefano Parisi ed è riferito a Stefano Pavesi, un ragazzo di 25 anni militante del gruppo di destra radicale Alpha, legato a Lealtà e azione.

"Persona antisemita e fascista, nel mio lavoro non può trovare spazio"

Il caso era stato sollevato da Radio popolare. Parisi aveva in un primo momento cercato di minimizzare, spiegando che dal Carroccio gli avevano assicurato che Pavesi non avesse idee considerate incompatibili con il pensiero del manager di Chili Tv che è riuscito nell'impresa impossibile di riunire tutto il centrodestra: "Mi assicurano che Pavesi non sia un fascista antisemita, spero che lo dichiari pubblicamente". Adesso però, sempre Radio popolare ha pubblicato alcune foto che sembrano non lasciare dubbi sulle idee politiche di Pavesi: nelle immagini si vede un ragazzo molto somigliante al 25enne che partecipa a una cerimonia per la commemorazione dei morti della Repubblica di Salò a Monza nel 2015. Interpellato di nuovo da Radio popolare sull'argomento, Parisi ha preso una posizione netta: "Rimane il rapporto tra Pavesi e alcune frange della Lega, questo danneggia molto la Lega e in parte anche noi. Ci sono molti nostri elettori preoccupati, e hanno ragione. Mi auguro che questo ragazzo non sia eletto, resta per la Lega un nodo da sciogliere comunque, perché si tratta di una persona antisemita e fascista e nel mio lavoro non può trovare spazio. La Lega lo ha inserito prepotentemente".

"Milano è una città dove non prenderanno mai piede antisemitismo e atteggiamenti xenofobi – ha poi aggiunto Parisi – a Milano c'è paura e la Lega la intercetta. Chi nega che ci sia un problema e non lo gestisce, come ha fatto Pisapia, fa solo crescere i voti di chi gioca su questa paura".

"Se Parisi si sente antifascista avrebbe dovuto candidarsi con il centrosinistra"

La presa di posizione netta di Parisi ha provocato la reazione dell'esponente della Destra sociale Roberto Jonghi Lavarini: "Rispettiamo le libere opinioni di Stefano Parisi ma se si sente così tanto antifascista militante avrebbe dovuto candidarsi con il centrosinistra e non con il centrodestra dove la destra missina (certamente non antifascista come lui) rappresenta oltre il 20 per cento del suo potenziale elettorato. Non tiri troppo la corda – ha poi aggiunto Jonghi Lavarini su uno dei suoi profili Facebook -, non offenda chi si candida a suo sostegno, non insulti ancora la destra milanese che non la pensa come lui, altrimenti, ripeto, senza i nostri voti, non sarà mai sindaco di Milano. Impari dal suo predecessore Gabriele Albertini".

Jonghi Lavarini: "Le liste di Parisi sono piene di ‘fascisti'"

"Non solo il 70 per cento dei candidati di Fratelli d'Italia, ma anche tanti altri esponenti della Lega, di Forza Italia e persino della sua lista civica, non sono affatto antifascisti, e, anzi, hanno un giudizio storico positivo su Mussolini ed il Fascismo. Lo chieda, ad esempio a Paola Frassinetti, a Vincenzo Sofo, a Fausto Montrone… In questo senso, di libera opinione storica, le liste di Parisi sono piene di "fascisti" con i quali dichiara di non volere lavorare!" ha poi concluso Jonghi Lavarini.

Intanto il diretto interessato, su Facebook, ha scritto: "Mentre ovunque montano le polemiche sulla mia candidatura, io resto tra la gente per parlare dei problemi della ‪zona8‬ di Milano". Al telefono, con voce pacata, preferisce non rispondere direttamente alle domande ma chiede di farlo per iscritto.

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