Comunali Milano 2016, online la dichiarazione dei redditi di Sala: 410mila euro
Lo aveva annunciato e lo ha fatto: Beppe Sala, candidato sindaco del Pd alle prossime Comunali a Milano, ha pubblicato online la propria dichiarazione dei redditi del 2014. Non l'ultima disponibile, quindi, ma c'è una spiegazione: la dichiarazione del 2014 (relativa ai redditi percepiti nel 2013) è quella su cui Sala ha ricevuto gli ultimi attacchi di una campagna elettorale tormentata. Sala aveva dimenticato di indicare in un'autocertificazione per la trasparenza (richiesta per il suo lavoro in Expo) di possedere una villa in Svizzera (a Pontresina) e un terreno a Zoagli. Dimenticanze grossolane, presenti però secondo Sala solo nell'autocertificazione: l'ex commissario unico di Expo aveva infatti più volte indicato di aver pagato le tasse sui relativi immobili e ha deciso di pubblicare il modello Unico del 2014 per testimoniarlo.
Sulla casa in Svizzera pagati oltre 10mila euro di tasse
Le cifre, nero su bianco, gli danno ragione. Sulla casa in Svizzera, dal valore di oltre un milione e 300mila euro, Sala ha pagato oltre diecimila euro di tasse. In totale il reddito dichiarato dal candidato sindaco di centrosinistra è notevole: oltre 410mila euro, su cui sono state pagate più di 168mila di imposte. Tra gli altri immobili dichiarati ve ne sono diversi nel comune di Vaprio d'Adda, in provincia di Milano, e un terreno in Italia che è proprio quello della villa di Zoagli.
De Corato: "La dimenticanza nell'autocertificazione c'è stata"
Chissà se la mossa di Sala, che ha invitato tutti gli altri candidati a seguire il suo esempio pubblicando le proprie dichiarazioni dei redditi, servirà una volta per tutte a spegnere le polemiche. Difficile, almeno a giudicare dalle parole del vicepresidente del Consiglio comunale Riccardo De Corato, che sulla vicenda ha presentato un esposto alla procura di Milano: "Nell'autocertificazione che, come ex commissario Expo, Sala ha dovuto presentare alla società secondo il ‘decreto Trasparenza' la casa a Pontresina è stata ‘dimenticata' – ha rimarcato De Corato -. C'è nella dichiarazione dei redditi? Ci mancherebbe altro! Rimane il fatto che un'autocertificazione con una omissione potrebbe configurare i reati puniti dagli articoli 75 e 76 della legge 445/2000. Sarà la magistratura a valutare quanto successo e l'operato di Giuseppe Sala".