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Como, non stringe la mano a un bimbo durante la messa di Natale: “A voi di colore la do per ultimi”

Non stringe la mano a un bambino durante la messa di Natale perché ha la pelle nera. L’episodio è avvenuto in una chiesa di Erba, in provincia di Como, ed è stato raccontato su Facebook dalla zia del piccolo rimasto vittima suo malgrado del gesto di intolleranza. “Certa gente è meglio che in chiesa non ci vada per niente”, il commento della donna.
A cura di Chiara Ammendola
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Un episodio di intolleranza, l'ennesimo, questa volta però nei confronti di un bambino. Accade a Erba, in provincia di Como, il giorno di Natale in una chiesa del paese. Basterebbe già questo a rendere tutto un ossimoro. E invece no, perché l'intolleranza, il razzismo, non hanno confini di sentimenti e neanche di luoghi (men che meno quelli sacri). Lo sa bene la zia di un bambino, figlio di un italiano e di una keniota, costretta ad ascoltare un racconto che le sue orecchie mai avrebbero voluto udire. Durante la messa di Natale delle 10 infatti un signore seduto accanto al piccolo si sarebbe rifiutato di stringergli la mano al momento dello scambio del segno di pace su invito del prete, come da consuetudine durante la celebrazione della messa. "Io a quelli di colore la mano la do per ultimi", avrebbe detto l'uomo al bambino guardandolo forse con inimmaginabile coraggio. In realtà la mano non gliel'ha mai stretta, forse per evitare il contatto con quel suo vicino di pochi anni reo a suo dire di avere la pelle nera.

Sono gli stessi che fanno le lotte per i crocifissi in aula

L'episodio è stato raccontato dalla zia del bambino, Maria Luisa Testori, sul proprio profilo Facebook, tramite un breve post in cui la donna il giorno dopo il triste episodio ha espresso tutto il proprio dispiacere e la propria amarezza per essere stata costretta a spiegare al proprio nipote questo episodio di razzismo. Ingiustificato, come tutti. La donna ha poi confermato il proprio racconto anche a Fanpage.it: "Certa gente è meglio che in chiesa non ci vada per niente, sarebbero più coerenti con le loro idee! – ha scritto Maria Luisa – Questi sono anche quelli stessi che fanno lotte assurde per i crocifissi nelle classi, per i presepi, per la tradizione esasperata… quale tradizione devono difendere se poi feriscono in questo modo un bambino?".

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