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Como, arrestato 40enne accusato di aver ucciso la compagna in Francia: tradito dall’account Facebook

Un cittadino francese di 40 anni, accusato di aver ucciso la sua compagna a Melun, in Francia, è stato catturato a Como in esecuzione di un mandato di arresto internazionale. Le indagini, condotte dagli agenti della Squadra mobile di Milano con il supporto dei poliziotti lariani, hanno permesso di rintracciare il presunto omicida, che è stato incastrato da un account Facebook creato dall’indirizzo IP della Caritas di Como.
A cura di Simone Gorla
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Era accusato di aver ucciso la sua compagna a Melun, in Francia, e per questo era fuggito in Italia. Un cittadino francese di 40 anni, U.K.F. è stato arrestato a Como dagli agenti della Squadra mobile di Milano e dai poliziotti lariani in esecuzione di un mandato di cattura europeo.

L'omicidio in Francia lo scorso 21 aprile

Il 21 aprile scorso una donna di 50 anni, K.V., era stata trovata senza vita in casa nella cittadina francese di Melun, a una cinquantina di chilometri da Parigi. Gli investigatori francesi hanno attribuito la responsabilità dell'omicidio al 40enne, con cui la vittima aveva una relazione sentimentale. Il sospettato era però nel frattempo fuggito in Italia. Il 10 maggio nei confronti è stato spiccato un mandato di arresto internazionale, il 14 maggio il “Tribunal de Grand Istance de Melun” ha emesso un “Ordine Europeo di Indagine Penale” con il quale ha richiesto di svolgere, in Italia, attività investigative per rintracciare l’omicida. L'indagine è stata affidata alla Squadra mobile milanese che è riuscita a localizzare l’uomo a Como. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il presunto omicida stava cercando di proseguire verso la Turchia per sfuggire all'arresto.

Incastrato dall'account Facebook

L'elemento decisivo per rintracciare il ricercato è stato un account Facebook creato attraverso un indirizzo IP insistente sul territorio italiano. L'indirizzo individuato dalle forze dell'ordine è risultato corrispondente ad un IP pubblico di un gestore di telefonia. Gli investigatori hanno quindi verificato che l'IP era da ricondursi alla Fondazione Caritas di Como. Proprio in una mensa collegata alla Caritas l'uomo è stato individuato e arrestato.

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