“Commissariare la sanità della Lombardia”: petizione con 76mila firme e dossier al ministro Speranza
Diventa più concreta la richiesta di commissariamento della sanità lombarda avanzata da Milano 2030, una rete di associazioni, partiti e movimenti della sinistra milanese. Dopo aver lanciato una petizione online che ha raccolto oltre 76mila firme, entro il 4 maggio la rete presenterà un dossier al ministro della Salute Roberto Speranza per chiedere che il governo si attivi "per esercitare il potere sostitutivo dello Stato rispetto alla gestione dell’emergenza sanitaria da parte della regione Lombardia ai sensi dell’art. 120 della Costituzione e dell’art. 8 della legge 131 del 5.6.2003 riguardante l’attuazione dell’articolo 120 della Costituzione".
Gli errori della Lombardia: Non aver protetto medici di base e mancata zona rossa
Nel dossier Milano 2030 indicherà anche i provvedimenti ritenuti necessari per il commissariamento e chiederà un incontro urgente al ministro, allegando anche i passi necessari per far sì che non si torni dalla "Fase 2" annunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte a partire dal prossimo 4 maggio alla fase 1. Uno degli esponenti della rete di attivisti, il medico Vittorio Agnoletto, ha spiegato che gli errori commessi dalla Lombardia – in primis dal governatore Attilio Fontana e dall'assessore al Welfare Giulio Gallera – nella gestione dell'emergenza sanitaria sono stati soprattutto relativi ai medici di base. "La Regione non li ha protetti e li ha lasciati per settimane senza dispositivi di protezione individuale – ha detto Agnoletto, sottolineando come "su 150 medici di famiglia morti in tutta Italia, 89 sono deceduti in Lombardia". Un altro errore imputato a Palazzo Lombardia è quello di "non aver chiuso a zona rossa la Bergamasca e di non aver attivato le strategie di sanità pubblica necessaria". Alla richiesta di commissariamento della sanità lombarda avevano aderito, a titolo personale, anche degli esponenti del Partito democratico, come l'eurodeputato Pierfrancesco Majorino. Il Pd però non ha aderito: "Non è la posizione ufficiale – aveva affermato il capogruppo al Pirellone Fabio Pizzul – in questo momento sarebbe un favore politico a chi è in difficoltà a gestire questa crisi".