Commercio di materiale bellico con l’Iran: le Fiamme gialle di Como arrestano 6 persone

Sono accusate di aver venduto materiale potenzialmente impiegabile nel settore bellico all'Iran le sei persone arrestate oggi dalla guardia di finanza di Como su richiesta della procura di Milano. Le indagini, complesse e articolate, hanno permesso di individuare un sodalizio criminale composto da cinque iraniani e un italiano, che secondo i magistrati Maurizio Romanelli e Adriano Scudieri effettuavano operazioni di mediazione per esportare nel Paese mediorientale materiali “Dual use". Con questa sigla si indicano tutti quei materiali che, pur avendo un differente utilizzo, possono essere potenzialmente impiegabili nel settore bellico. Nel caso specifico si tratta di macchinari per la fabbricazione di tubi in acciaio da utilizzare come potenziale materiale missilistico, di Noc/Base stations, cioè di apparecchiature che possono essere modificate per creare una rete di collegamento sicura e a "banda larga" per scopi militari, nonché di motori e componenti di aeromobili ed elicotteri.
Smantellata la rete di approvvigionamento e commercio
I finanzieri di Como hanno eseguito le sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei soggetti indagati: tre sono finiti in carcere, due ai domiciliari mentre per il sesto è scattato l'obbligo di dimora. L'operazione delle Fiamme gialle ha coinvolto anche le province di Torino, Firenze e Padova dove risiedevano alcuni degli arrestati. Gli inquirenti hanno smantellato l’intera rete criminale, ricostruendone i canali di approvvigionamento nazionali e internazionali. Gli indagati devono rispondere dei reati di associazione per delinquere, violazione delle misure restrittive nei confronti dell’Iran decise in sede Ue e della normativa sul controllo dell’esportazione, importazione e transito di materiale di armamento con l’aggravante della transnazionalità.