Come si è difeso il presunto rapitore della modella inglese sequestrata a Milano
Lucasz Herba, ragazzo polacco residente a Birmingham, in Inghilterra, è a processo a Milano perché accusato di aver rapito una giovane modella inglese, Chloe Ayling. La vicenda, dai contorni ancora tutti da chiarire, è avvenuta lo scorso luglio tra il capoluogo lombardo e il Piemonte. Lukasz, con la complicità del fratello Michal Konrad, arrestato in Inghilterra e in attesa di estradizione, avrebbe attirato la 20enne Chloe a Milano con la scusa di un servizio fotografico. Poi l'avrebbe rapita e tenuta prigioniera dall'11 al 17 luglio scorsi in due diversi covi: un appartamento in via Bianconi, a Milano e una baita isolata in provincia di Torino. Dopo una settimana di prigionia lo stesso carceriere della modella l'aveva rilasciata vicino al Consolato britannico, a Milano, venendo poi arrestato. Secondo il pubblico ministero Paolo Storari, che ha definito Lukasz un "mitomane avventuriero", l'obiettivo del polacco era quello di accreditarsi con questo gesto nel mondo oscuro del "deep web", dove avvengono molti traffici illeciti. Ma Lukasz e il fratello avrebbero anche cercato di ottenere un vantaggio economico dal rapimento, chiedendo al manager e ai famigliari della ragazza un riscatto di 300mila e poi di 50mila dollari. Chloe, parte civile al processo, durante la scorsa udienza era apparsa in lacrime in un video in cui ripercorreva con gli investigatori i luoghi della sua prigionia.
Il presunto rapitore: Io e la modella eravamo d'accordo
Lukasz, nel corso dell'ultima udienza davanti alla Corte d'assise di Milano – che giudica i reati più gravi – ha però fornito la sua versione di quanto accaduto, sostenendo che Chloe fosse d'accordo con lui: "Aveva accettato la mia proposta di un finto sequestro, perché voleva popolarità e avevamo concordato che i soldi che avremmo guadagnato li avremmo divisi e poi potevamo anche uscire assieme". Una versione che differisce da quanto aveva detto in un primo momento l'uomo al giudice per le indagini preliminari e che chiamava in causa nel rapimento "fantomatici romeni". Anche la versione odierna lascia spazio a più di una perplessità: "Il rapimento l'ho pianificato io, mentre lei quando è venuta a Milano non sapeva del finto sequestro, ma poi ha accettato la mia proposta", ha cercato di spiegare al pm. Lukasz ha anche detto di aver conosciuto Chloe nel 2015, e di averle già allora prospettato la possibilità di inscenare un finto sequestro: un contatto che però non risulta agli atti dell'inchiesta. Ha poi aggiunto di non aver mai minacciato né fisicamente né psicologicamente la ragazza, che in effetti aveva fin da subito affermato di essere stata trattata bene dai suoi rapitori. Lo stesso pm ha chiesto ai giudici di valutare se disporre una perizia psichiatrica su Lukasz: "Credo che tutte le sue rotelle non siano a posto", ha detto il magistrato, che in precedenza aveva giudicato degni del programma tv "Scherzi a parte" alcuni dei dettagli della nuova versione del ragazzo. Una versione che evidentemente è la linea difensiva comune ai due fratelli: anche l'avvocato di Michal Konrad aveva infatti in passato insinuato che Chloe e i suoi rapitori fossero d'accordo tra loro, portando a riprova alcuni articoli della stampa inglese, dove tutta la vicenda è stata più volte messa in dubbio.