Col suv a 115 all’ora a Milano uccide un uomo: confermata la condanna per il pirata della strada
All'alba del 30 aprile dello scorso anno bruciò un semaforo rosso in viale Monza, a Milano, passando a oltre 115 chilometri orari col suo suv. Sulla sua strada trovò l'auto dell'incolpevole 57enne Livio Chiericati, che venne ridotta a un cumulo di lamiere. Chiericati venne lasciato agonizzante per strada e morì poco dopo in ospedale mentre il conducente del suv, il 33enne Franco Della Torre, scappò cercando di far perdere le proprie tracce. Adesso anche la Corte d'Appello di Milano, presieduta dal giudice Giovanna Ichino, ha confermato per il 33enne la condanna a sette anni e mezzo di reclusione, dopo quella arrivata in primo grado lo scorso ottobre. Della Torre è comunque già uscito dal carcere: da circa sei mesi, pochi giorni dopo la condanna di primo grado, sta scontando la sua pena agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. L'avvocato difensore aveva chiesto di rideterminare la pena per il suo assistito, ma la Corte d'Appello ha dato ragione al sostituto procuratore generale, confermando la pena inflitta in primo grado per i reati di omicidio stradale aggravato dalla fuga e per non aver prestato soccorso.
Della Torre era stato rintracciato e arrestato poche ore dopo il tremendo incidente, in quanto aveva dimenticato nell'auto, intestata alla moglie, i documenti. L'uomo si era giustificato dicendo di aver avuto un colpo di sonno e poi di essere stato vittima di una rapina, che gli avrebbe impedito di chiamare i soccorsi per il 57enne Chiericati, abbandonato agonizzante per strada. In primo grado il pubblico ministero aveva chiesto per l'imputato una condanna a 10 anni, diventati sette anni e mezzo grazie allo sconto per la decisione di farsi processare col rito abbreviato.