Codogno, a 74 giorni di distanza dalla scoperta del paziente 1, riapre il pronto soccorso
Le porte del pronto soccorso dell'ospedale di Codogno, paesino nel Lodigiano nel quale è stato scoperto il primo paziente italiano affetto da Coronavirus, riapriranno finalmente le proprie porte ai cittadini. Chiuso dallo scorso 21 febbraio, giorno in cui a quello che si pensava essere il paziente uno, Mattia, è stato diagnosticata l'infezione da Covid-19, tornerà accessibile a tutti dopo 74 giorni. La riapertura, salvo imprevisti dell'ultima ora, è fissata per domani, giovedì 4 giugno. Strettissime le misure di sicurezza, per cui gli esperti stanno completando l'organizzazione, per il contenimento della diffusione del contagio.
Premiata l'anestesista che intuì il contagio di Mattia
Era la notte tra il 20 e il 21 febbraio quando Mattia, cittadino di Codogno, si recò al pronto soccorso per la seconda volta in pochi giorni a causa di gravi difficoltà respiratorie. Il 38enne, immediatamente ricoverato, ha trascorso diverse settimane in terapia intensiva prima di riuscire a sconfiggere il virus e tornare alla sua vita da neo papà. Purtroppo, in quel periodo, Mattia perse il proprio padre, rimasto contagiato a sua volta dal Covid-19. Fondamentale, quella sera, fu l'intuito di un'anestesista della struttura, Annalisa Malara, premiata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e resa Cavaliere della Repubblica dal capo dello Stato Sergio Mattarella, che decise di sottoporre al tampone Mattia. Da lì, furono scoperti altre decine di contagi in tutto il Lodigiano, il che indusse il capo del Governo Giuseppe Conte a creare la prima zona rossa d'Italia. Successivamente, furono chiuse la Lombardia e tutto il Paese. Fino a oggi, giorno in cui si può definitivamente considerare concluso il lockdown.