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Cividate, condannato a 4 anni e mezzo l’ex comandante dei vigili: aggredì a calci e pugni un collega

Massimiliano Laruccia, ex comandante della polizia locale di Cividate al Piano, paese in provincia di Bergamo, è stato condannato in primo grado a quattro anni e mezzo di reclusione per l’aggressione a calci e pugni ai danni di un collega, avvenuta nel febbraio del 2014. L’uomo è stato condannato anche per calunnia, in quanto aveva accusato il collega di essersi inventato tutto. Cadute, invece, le accuse di truffa, peculato e tentata estorsione.
A cura di Filippo M. Capra
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L'ex comandante della polizia locale di Cividate al Piano, paese in provincia di Bergamo, Massimiliano Laruccia, è stato condannato oggi, giovedì 16 gennaio, a quattro anni e mezzo di reclusione per l'aggressione a calci e pugni del collega Fabio Simeoli avvenuta nel 2014. È questo quanto stabilito dalla sentenza di primo grado dal giudice Giovanni Petillo a fronte della richiesta del pubblico ministero Carmen Santoro di otto anni di reclusione. L'avvocato difensore dell'imputato, Barbara Bruni, aveva invece chiesto l'assoluzione e ha già annunciato che ricorrerà in appello. Oltre alla condanna, Laruccia dovrà versare 10mila euro di danni a Simeoli.

Assolto per i capi d'imputazione di truffa, peculato e tentata estorsione

Laruccia è stato riconosciuto colpevole di lesioni aggravate per aver, il 26 febbraio 2014, procurato un trauma cranico e la frattura del setto nasale a Simeoli nel comando della polizia locale di Cividate. L'ex comandante dei vigili è stato condannato anche per calunnia poiché accusò la sua vittima di essersi inventato tutto. Al contrario, l'imputato è stato assolto da altri capi d'imputazione, quali truffa, peculato e tentata estorsione. Il primo reato gli era contestato ai danni del Comune di Cividate per aver trascorso alcune serate in discoteca nelle vesti di Dj mentre trascorreva un periodo di congedo famigliare per assistere la madre, a Taranto, che risultava essere gravemente malata. Il secondo, invece, gli era contestato per aver utilizzato l'auto della polizia locale per motivi personali, oltre che per aver – sempre secondo l'accusa – intascato mille euro da una donna sanzionata per aver parcheggiato l'auto in divieto di sosta. Infine, è stato assolto dall'accusa di tentata estorsione in merito a un altro episodio: era accusato di aver minacciato il proprietario di un bar, preso in affitto da Laruccia, a Romano di Lombardia, e di avergli chiesto 20mila euro per alcuni tavoli e delle sedie.

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