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Cibi congelati venduti come freschi: condannato il noto ristorante Savini in Galleria

La Corte di Cassazione ha condannato per frode in commercio a 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, il titolare del noto ristorante Savini, in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Nel 2012, un blitz della Polizia Municipale svelò che nel locale venivano venduti prodotti congelati spacciati per freschi e che al cliente non veniva data esaustiva comunicazione di questo.
A cura di Valerio Papadia
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La Galleria Vittorio Emanuele II a Milano
La Galleria Vittorio Emanuele II a Milano

Una sentenza dura, quella che arriva dalla Corte di Cassazione di Milano nei confronti dei noto ristorante Savini, locale posto nella Galleria Vittorio Emanuele II, a due passi dal Duomo, nel centro del capoluogo lombardo: Giuseppe Gatto, che dal 2010 possiede il ristorante, è stato condannato a 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, per frode in commercio. Il locale avrebbe venduto prodotti congelati spacciandoli come freschi: secondo la sentenza, infatti, "l'informazione tramite il menu non era adeguata per la conformazione grafica che sfuggiva all'attenzione dell'avventore. I prezzi dei prodotti e la loro presentazione nel menu, unitamente alle caratteristiche di ristorazione d'élite dell’esercizio, erano tali da indurre l'avventore medio a ritenere che il prodotto fosse fresco". In realtà – questa è stata anche la difesa del locale – esiste un'avvertenza, difficile da notare, che informa i clienti sulla possibile presenza di cibi congelati in fase di presentazione del ristorante.

I fatti risalgono al 2012

È d'obbligo precisare che la sentenza in questione della Cassazione si esprime su fatti risalenti al 10 settembre del 2010, quando gli agenti della Polizia Municipale di Milano dell'Unità Annonaria avevano eseguito un blitz all'interno del ristorante Savini, riscontrando la presenza e la vendita agli avventori di prodotti congelati senza che fosse esplicitamente indicato. Dopo il blitz era nato un processo per frode in commercio che si è concluso soltanto dopo 8 anni con la sentenza di condanna.

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