Chloe Ayling, la modella rapita a Milano, piange sul luogo del sequestro
Prosegue il processo ai presunti sequestratori di Chloe Ayling, 20enne modella inglese che sarebbe stata rapita a Milano lo scorso luglio. Una vicenda in cui non mancano le stranezze, che ruotano principalmente attorno alle figure dei rapitori: i fratelli polacchi Lucasz e Michal Konrad Herba, residenti a Birmingham, in Inghilterra. Nel corso dell'ultima udienza davanti alla Corte d'Assise di Milano – dove si celebrano i processi per i reati più gravi – è stato mostrato un filmato della polizia in cui la stessa Chloe partecipa a un ricognizione sui luoghi in cui sarebbe stato orchestrato il rapimento: un appartamento in via Bianconi, a Milano e una baita in Piemonte. Nel primo luogo Chloe era stata attirata con la scusa di un servizio fotografico: "Stavo per aprire questa porta ed è qua che mi hanno aggredita alle spalle", dice la modella in lacrime nel filmato. Nella baita in Piemonte era invece proseguito il sequestro. Chloe vi sarebbe stata portata in auto, chiusa all'interno di un borsone dopo essere stata spogliata, ammanettata e drogata: "In questo letto dormivo, io da un lato, Lucasz dall'altro".
L'avvocato di uno degli imputati: Modella e carcerieri erano d'accordo
Era stato lo stesso sequestratore, dopo aver chiesto un ostaggio ai famigliari della ragazza minacciando di venderla nel "deep web" in caso contrario, a consegnare Chloe al consolato inglese a Milano dopo circa una settimana di prigionia: dall'11 al 17 luglio. Poco dopo Lucasz era stato arrestato e si trova tuttora in carcere nel nostro Paese. Per quanto riguarda il fratello, si è in attesa di un decisione sulla richiesta di estradizione che l'Italia ha presentato al Regno Unito. Nel frattempo l'avvocato del ragazzo ha più volte avanzato dubbi sulla versione raccontata dalla modella, ipotizzando un presunto accordo tra la ragazza e i suoi carcerieri, con l'obiettivo di accrescere la popolarità della modella.