Cerca di rapire una neonata alla Mangiagalli: la donna nascose al compagno di aver abortito

La donna che lo scorso lunedì ha cercato di rapire una neonata alla clinica Mangiagalli di Milano l'avrebbe fatto per il suo compagno. È quanto si evince dalle parole riferite dall'avvocato della donna, Paolo Cassamagnaghi, che l'ha incontrata in carcere, a San Vittore. La protagonista della vicenda, una casalinga 33enne originaria dell'Ecuador e residente a Mediglia, aveva perso il suo bambino. Ma era riuscita a tenere nascosto l'aborto al suo compagno, un operaio, ingrassando in maniera vistosa per fingere la prosecuzione della gravidanza.
Perché l'ha fatto? "Dopo aver perso mio figlio avevo paura di perdere il mio compagno e tutta la mia famiglia", ha detto la 33enne, che ha una figlia di 7 anni nata però da una precedente relazione. Per questo motivo lo scorso lunedì, giorno in cui scadeva il termine della sua finta gravidanza, la donna è entrata nella clinica Mangiagalli e ha cercato di rapire una neonata moldava, venendo per fortuna bloccata da un'ostetrica.
Adesso si capirà se la 33enne, per la quale il pubblico ministero Antonio Cristillo ha chiesto la convalida dell’arresto con custodia cautelare in carcere per sequestro di persona e sottrazione di persona incapace, resterà effettivamente il carcere. Lo deciderà il giudice per le indagini preliminari Anna Magelli nel corso dell'interrogatorio di convalida. L'avvocato della donna, invece, vuole chiedere una perizia sullo stato psichico della 33enne.