Caso Serravalle, archiviate tutte le accuse a carico di Filippo Penati
Dopo l'assoluzione per la vicenda del cosiddetto "Sistema Sesto", cadono anche le rimanenti accuse nei confronti dell'ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati. È stato lo stesso ex capo della segreteria di Pier Luigi Bersani ad annunciarlo in un comunicato, nel quale ha sottolineato come la procura di Monza abbia chiesto e ottenuto l'archiviazione delle ipotesi di reato che erano rimaste fuori dall'altro processo, arrivato a sentenza nel dicembre 2015.
Si chiude così definitivamente anche la vicenda della Serravalle, un maxi fascicolo con 41 indagati aperto nel 2011 da cui sono poi erano nati diversi procedimenti. Penati era finito a processo con le accuse di corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Nel mirino degli inquirenti la compravendita a prezzo maggiorato del 15 per cento delle azioni dell'autostrada dal gruppo Gavio (8,9 euro ad azione contro i 2,9 di partenza), compiuta dalla provincia di Milano nel 2005, quando a capo dell'ente si trovava lo stesso Penati: "Dopo sei anni di indagini e un lungo processo finito con l'assoluzione del dicembre 2015 con formula piena da parte del Tribunale di Monza che in sentenza ha anche censurato l'operato dei pm Mapelli e Macchia, finalmente ora la stessa Procura ammette che le accuse di corruzione e finanziamento illecito al partito erano infondate in quanto non hanno trovato riscontri – ha affermato Penati nella nota -. Con questa archiviazione si mette anche la parola fine alle accuse sulla vicenda della compravendita delle azioni Serravalle, iniziata 11 anni fa e già arrivata ad assoluzione da parte della Corte dei Conti".
L'archiviazione è stata chiesta lo scorso 18 maggio dai pubblici ministeri Walter Mapelli e Franca Macchia "per infondatezza della notizia di reato e per insufficienza degli elementi raccolti a sostenere l'accusa in giudizio". Il giudice per le indagini preliminari lo scorso 13 luglio ha proceduto con l'archiviazione. Cadono, perché "prive di riscontri", le accuse mosse a Penati dall'imprenditore Piero Di Caterina, che aveva rivelato con le sue dichiarazioni l'esistenza del cosiddetto "Sistema Sesto": un intreccio tra imprenditori, politici e dipendenti pubblici. Per Di Caterina potrebbero esserci strascichi giudiziari: l'avvocato di Penati, Matteo Calori, ha infatti detto che valuterà "se e come procedere giudizialmente nei suoi confronti".