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Caso senzatetto a Como: il Comune cerca di farli andare via con gli idranti

C’è una parte della società che viene costantemente rifiutata dalla maggioranza di essa: sono i clochard. Uomini e donne senza fissa dimora che tentano di arrivare a fine giornata come possono. A Como, però, tale condizione pare non sia più permessa. E dopo la chiusura del centro Caritas i senzatetto si sono riversati nei portici di San Francesco, dai quali ora l’Amministrazione vuole cacciarli a colpi di idrante con la scusa di sanificare l’area dopo i mercati. E dire che il consiglio comunale aveva approvato un progetto per la realizzazione di un dormitorio oltre un anno fa. Ma anche i cittadini paiono non volere tra i piedi chi, per sfortuna o per scelta, non ha un tetto sotto il quale dormire.
A cura di Filippo M. Capra
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Scoppia il caso sentatetto a Como dove l'Amministrazione ha deciso di allontanarli a colpi di idranti e igienizzante dai portici di San Francesco. Con loro, anche i migranti arrivati presso il capoluogo di provincia lombardo che non hanno un posto dove stare. Per tre giorni a settimana, in occasione del mercato, gli idranti si apriranno sulle strade con la scusa della disinfezione che, però, ha un retrogusto amaro e antisociale. Nell'intento del Comune c'è la speranza di allontanarli definitivamente, possibilmente lontani da Como.

Per pulire i portici, buttati materassi e coperte dei senzatetto

Le tensioni, però, non fanno che aumentare. Come all'arrivo degli operai del Comune che, per ripulire i portici, hanno buttato tutto quanto (poco) in possesso dei clochard presenti, tanto che l'esponente della Cgil Matteo Mandressi ha dichiarato che si tratta di una "sanificazione che sa tanto di sgombero. Non si capisce il motivo per quale materassi e coperte siano state di nuovo buttate al macero". E, per quanto sia auspicabile e giusta la pulizia delle strade del demanio, permane quel senso di vuoto nell'atteggiamento di chi tratta gli indesiderati in questo modo. All'attuale situazione si è arrivati progressivamente, dopo che ad inizio giugno la Caritas ha chiuso la sua struttura di accoglienza, solitamente aperta d'inverno ma che quest'anno ha dato una mano ai tanti in strada durante il lockdown, a causa degli scarsi aiuti ricevuti. Per questo tanti si sono riversati sotto ai portici di San Francesco, scatenando l'ira dei residenti.

I clochard trattati alla stregua di animali, nessuno li vuole

Eppure un anno fa il consiglio comunale aveva approvato un progetto per realizzare un dormitorio permanente che, stranamente, è rimasto solo nelle intenzioni. A peggiorare le cose, poi, è stata la scoperta di sei persone senza fissa dimora positive al Covid. Ospitate in strutture dell'Asst, sono in attesa di una sistemazione. Ma tale soluzione potrebbe comunque non arrivare mai, poiché i residenti di via Cadorna, dove il dormitorio dovrebbe sorgere, si sono mossi in sfavore della sua inaugurazione, motivando la presa di posizione con la presenza del Servizio Tossicodipendenti già in funzione. Insomma, i clochard – trattati alla stregua di animali – non hanno diritto di avere un tetto sopra la testa almeno per le ore notturne. A cercare di mediare, è il consigliere Angelo Orsenigo che chiede al Comune di Como di "alloggiare i senza dimora positivi al Coronavirus e attualmente ospitati in via Cadorna nel presidio Covid-19 di via Napoleona. In questo modo – spiega Orsenigo – si sfrutterebbe a pieno uno spazio messo a disposizione dopo intensi sforzi da Asst con il preciso intento di permettere di trascorrere una quarantena in un ambiente sicuro e protetto a chi non ne ha la possibilità".

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