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Caso Bozzoli, mistero su due auto riprese dalle telecamere fuori dalla fonderia

Spunta una nuova pista nel duplice mistero di Marcheno (Brescia), paese dove sorge la fonderia il cui titolare Mario Bozzoli è scomparso dallo scorso 8 ottobre e il cui operaio Giuseppe Ghirardini è stato trovato morto 10 giorni dopo. Gli inquirenti si starebbero concentrando sui movimenti di due auto, riprese dalle telecamere all’esterno della fonderia nelle ore in cui è scomparso l’imprenditore.
A cura di Francesco Loiacono
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Sono due auto, una Fiat Punto bianca e un fuoristrada di colore blu chiaro, le nuove flebili tracce alle quali gli inquirenti si aggrappano per cercare di risolvere il doppio giallo di Marcheno. Il paese in provincia di Brescia è al centro delle cronache dallo scorso 8 ottobre, giorno in cui Mario Bozzoli, imprenditore 50enne titolare assieme al fratello dell'omonima fonderia, è scomparso senza lasciare tracce. Solo pochi giorni dopo a questo primo mistero se ne è aggiunto un altro: un dipendente della fonderia, Giuseppe Ghirardini, è scomparso, ed è stato trovato cadavere nei boschi di Ponte di Legno il 18 ottobre. A ucciderlo una vecchia esca di caccia riempita col cianuro.

Movimenti sospetti di due auto all'esterno dalla fonderia

A rivelare gli ultimi sviluppi di un'inchiesta che resta senza indagati è stata la trasmissione tv "Quarto Grado". Nel programma sono state mostrate delle immagini riprese da alcune telecamere di sorveglianza installate in una ditta vicina alla fonderia Bozzoli. Si vedono i movimenti sospetti delle due vetture, che risalgono alla sera dell'8 ottobre, quella in cui Mario Bozzoli è scomparso. La Fiat Punto transita per cinque volte nei pressi di una rotatoria vicino alla ditta, tra le 19.14 e le 20.06. L'altra vettura è segnalata alle 22.49: proviene dalla strada dove sorge la fonderia, via Gitti, e si ferma per più di un minuto accanto a un cassonetto, prima di ripartire e tornare indietro verso lo stabilimento.

Le ipotesi degli inquirenti

Non si sa ancora se i movimenti delle auto possano essere riconducibili a quanto accaduto all'imprenditore Mario Bozzoli. Il fuoristrada potrebbe però essere un mezzo in dotazione alla fonderia. Ed è proprio all'interno della ditta, precisamente in uno dei suoi forni, che gli inquirenti continuano a ipotizzare possa essere stato gettato il cadavere di Mario Bozzoli. I forni sono stati svuotati per analizzarne il contenuto, alla ricerca di tracce biologiche dell'imprenditore: si cercano in particolare alcune protesi dentarie in titanio, che potrebbero non essere state intaccate dall'elevata temperatura dei forni. Nuovi accertamenti saranno condotti nei prossimi giorni dai Ris di Parma, gli stessi che hanno scoperto la causa della morte di Beppe Ghirardini.

Il destino di Ghirardini sembra legato a quello del suo datore di lavoro. L'operaio è uno degli ultimi ad averlo visto in vita, ed era addetto proprio ai forni della fonderia. Cinque giorni dopo la scomparsa di Mario Bozzoli ha fatto perdere le sue tracce, proprio quando avrebbe dovuto riferire ai carabinieri ulteriori dettagli su quanto accaduto la sera dell'8 ottobre. Il 18 ottobre è stato trovato morto, avvelenato dal cianuro. Un suicidio, ipotizzano gli inquirenti. Ma le sorelle dell'uomo non ne sono affatto convinte: era sereno e attendeva con ansia di riabbracciare a Natale suo figlio, che vive in Brasile assieme all'ex moglie.

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