Caso Bozzoli, l’allarme dei sindacati: “Così l’azienda chiude”
Un operaio morto misteriosamente e il titolare dell'azienda scomparso da quasi tre mesi. Se da una parte la fonderia Bozzoli è al centro di un intricatissimo giallo sulla sparizione di Mario Bozzoli, dall'altra c'è una fabbrica, sotto sequestro, che cerca di sopravvivere e dipendenti che si interrogano sulla stabilità del loro lavoro. "Gli operai non sanno nulla del loro futuro, sono feste di totale incertezza. Non si può nascondere che è così. Se non il fallimento, i dipendenti rischiano di trovare un'azienda in liquidazione", ha detto Stefano Olivari di Fim-Cisl. "Sappiamo della delicatezza delle indagini, ma c'è anche il futuro dei lavoratori da tutelare", ha aggiunto il sindacalista. Per ora vengono pagati, ma i fornitori avrebbero fatto un passo indietro e la produzione della fonderia è ferma da due mesi. "Molto dipenderà da quello che la proprietà è riuscita a fare in questo periodo, ma due mesi di fermo in un momento come quello attuale è un'enormità", spiega Olivari.
Intanto le indagini vanno avanti e i pm attendono risposte dagli investigatori del Ris di Parma e dal laboratorio di Milano che si sta occupando dell'analisi dei reperti. Per ora, l'ipotesi degli inquirenti è che l'omicidio di Bozzoli sia stato programmato da tempo e nei minimi particolari da qualcuno. Sempre più delicate le posizioni dei due nipoti, Alex e Giacomo, indagati per omicidio e soppressione di cadavere, che avrebbero detto a più riprese: "Prima o poi ammazzo lo zio".