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Case popolari, tolleranza zero: “Cacceremo via chi ha occupato”

Lo ha detto lunedì il governatore della Lombardia Roberto Maroni, annunciando che sarà pronta a breve una legge. Sulle occupazioni abusive: “Tolleranza zero: useremo la forza pubblica perché non possiamo accettare l’idea che la violenza paghi”.
A cura di Francesco Loiacono
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È una vera e propria rivoluzione quella prospettata dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni sulle case popolari. Il processo di formazione delle graduatorie degli aventi diritto, e la relativa assegnazione degli alloggi saranno accentrati nelle mani della Regione, di cui l'Aler, Azienda lombarda di edilizia residenziale è diretta emanazione. Il presidente Maroni ne ha parlato lunedì mattina nel corso della trasmissione tv "Orario continuato", su Telelombardia. "Siamo stati noi a mandare la disdetta della convenzione fra Aler e Comune di Milano. Abbiamo valutato e chiesto a Palazzo Marino se fosse intenzionato a fare una nuova convenzione, perché non poteva essere che gli oneri spettassero alla Regione e le assegnazioni invece al Comune. Milano ha deciso di non procedere in questa direzione e di assegnare gli immobili di sua proprietà a una sua società – Metropolitana milanese, ndr -. Nulla di male, ma io voglio completare la riforma, per fare in modo che, per quanto riguarda l'assegnazione degli alloggi Aler, sia questa a decidere e non il Comune". Con Maroni era presente anche il presidente di Aler Milano, l'ex prefetto Gian Valerio Lombardi, che ha confermato come attualmente "sono i Comuni a fare le graduatorie, anche per quanto riguarda le case di proprietà di Aler. L'assegnatario ci viene indicato dal Comune, non lo decidiamo noi".

Case popolari: graduatorie e assegnazioni passano all'Aler

Sul tema delle case popolari è in corso a Milano un confronto serrato tra chi chiede il rispetto della legalità e chi invece invoca il diritto ad avere un'abitazione: comitati contro gli immobili sfitti – sono quasi 10mila a Milano le case vuote – antagonisti e centri sociali, che negli scorsi giorni hanno dato vita a numerose proteste sfociate spesso in scontri con le forze dell'ordine, come lunedì al Giambellinomartedì al Corvetto e in altre zone della città. Mentre, da una parte, è stato messo a punto da tutte le istituzioni un Piano operativo che prevede l'attuazione di 200 sgomberi, dall'altra gli antagonisti si organizzano, organizzando presìdi e colazioni anti-sgombero nonché campagne di marketing mediante affissioni: in alcuni quartieri di Milano sono apparsi manifesti che invitano tutti coloro che hanno "necessità di occupare" a rivolgersi ad alcuni centri sociali, come la Panetteria occupata di via Conte Rosso a Lambrate. Mentre, sempre i comitati per la casa, hanno annunciato una manifestazione davanti al Teatro alla Scala in occasione della prima, il prossimo 7 dicembre.

In questo clima infuocato, alcune dichiarazioni del governatore Maroni sembrano destinate ad alimentare le polemiche: "Non c'è possibilità di tollerare: chi occupa abusivamente non può pensare di rimanere dentro. Poi c'è chi ha necessità di un intervento a carattere assistenziale e ci deve pensare il Comune, perché è suo compito. Ma noi procederemo alla liberazione di tutte le case occupate abusivamente. Non c'è alternativa". Di conseguenza, per Maroni bisogna procedere speditamente sul piano messo a punto: "Procederemo in attuazione di questo piano con l'utilizzo della forza pubblica perché non possiamo accettare l'idea che la violenza paghi e pagare anche gli allacciamenti per gli abusivi".

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