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Case popolari, il buco nero di Aler Milano: le entrate non coprono neanche la manutenzione ordinaria

È allarme per lo stato dei conti di Aler Milano, proprietaria di gran parte delle case popolari nel capoluogo lombardo. Da anni l’azienda è un vero e proprio buco nero. Ora una relazione del Comitato paritetico di controllo e valutazione del Consiglio regionale lombardo descrive la situazione come un “caso estremo” di squilibrio di bilancio, in cui le entrate, intaccate dalle morosità, non riescono a coprire nemmeno la manutenzione ordinaria degli immobili. C’è poi il caso del quartiere Lorenteggio-Giambellino, ancora in attesa di una maxi riqualificazione finanziata anni fa. I lavori sono in ritardo e intanto aumenta l’insicurezza.
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A cura di Simone Gorla
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Aler Milano, l'azienda regionale proprietaria di gran parte delle case popolari nel capoluogo lombardo, è rappresenta una "caso estremo" di squilibrio di bilancio in cui le entrate non riescono a coprire nemmeno la manutenzione ordinaria degli immobili. Lo rileva la relazione del Comitato paritetico di controllo e valutazione del Consiglio regionale lombardo, un documento che analizza gli ultimi dati disponibili (2017 e 2018) nel settore regionale del diritto alla casa.

Aler Milano, le entrate non bastano per coprire le spese ordinarie

A livello regionale "la spesa per la manutenzione ordinaria varia fra 931 euro di Aler Brescia-Cremona-Mantova a 235 euro di Aler Milano", si legge nel report. Comune a tutte la morosità che "riduce pesantemente le entrate e di conseguenza il margine disponibile, al netto dei costi operativi, per finanziare i lavori". Nel caso estremo di Milano questo margine assume addirittura un valore negativo, infatti per sostenere la manutenzione ordinaria (pari a circa 16 milioni), così come per quella straordinaria, è necessario il ricorso a fonti di finanziamento esterne. “Naturalmente”, spiega il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Nicola Di Marco, “le  fonti di finanziamento esterno sono alla fine dei conti le tasse che pagano i cittadini lombardi alla Regione". Il rapporto denuncia anche il sotto-utilizzo delle risorse disponibili, spiega il consigliere "in particolare per quanto riguarda il contributo regionale di solidarietà destinato ai nuclei familiari con fragilità economiche. Ebbene, tale contributo risulterebbe erogato solo per il 75 per cento. Ciò è inaccettabile se consideriamo che tale fondo serve per dare un aiuto concreto alle famiglie indigenti".

Il caso del Lorenteggio: decine di milioni stanziati, ma la riqualificazione è in ritardo

Un capitolo a parte merita la situazione nel quartiere Lorenteggio-Giambellino, a Milano. Una delle zone più bisognose di interventi, dove gli stabili sono spesso in condizioni di totale degrado. Qui un ambizioso programma di riqualificazione è stato avviato anni fa. Oltre 85 milioni di euro stanziati da Unione europea, Regione Lombardia e Comune di Milano per un intervento radicale che avrebbe dovuto avanzare di pari passo con l'arrivo della nuova linea 4 della metropolitana, trasformando il quartiere. Il progetto prevede tra l'altro la demolizione e ricostruzione di 5 complessi di alloggi Aler, interventi di eco-efficentamento di una scuola dell’infanzia, rinnovamento dell’illuminazione pubblica, un laboratorio sociale di accompagnamento dei residenti. Altre iniziative sono in capo al comune, come la riqualificazione della viabilità, la realizzazione di una biblioteca e la promozione di imprese sociali.

Aumentate le occupazioni abusive e lo stato di insicurezza

La relazione degli comitato riporta un aggiornamento a fine 2018. "Nella prima fase dei lavori (demolizione e ricostruzione di 3 edifici) sono emerse criticità legate principalmente all’accertamento della presenza di inquinanti nei terreni, oltre alle interferenze causate dal passaggio della nuova linea metropolitana nel quartiere. Ciò ha ritardato l’avvio dei lavori, ha fatto aumentare le occupazioni abusive e lo stato di insicurezza e richiesto sgomberi e interventi per la messa in sicurezza. La necessità di reperire muove soluzioni abitative per gli occupanti e di opere di bonifica hanno anche prospettato l’aumento dei costi del progetto". Un quadro a dir poco disperante per i residenti del quartiere, che da anni attendono la riqualificazione promessa e, invece dei miglioramenti attesi, rischiano di trovarsi in condizioni peggiori di prima.

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