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Casalmaggiore, dieci medici indagati per la morte di un paziente deceduto nel 2014: caso archiviato

Nessun collegamento tra la morte dell’uomo deceduto nel novembre 2014 all’ospedale di Casalmaggiore e l’operato dei medici che lo hanno curato. Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari che ha archiviato le indagini su dieci medici per la morte di un uomo che il 6 novembre 2014 perse la vita, in circostanze ritenute sospette, all’ospedale Oglio Po di Casalmaggiore, in provincia di Cremona.
A cura di Luca Giovannoni
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(Immagini di repertorio)
(Immagini di repertorio)

Sono stati tutti scagionati dalle accuse i dieci medici indagati per la morte di un uomo che il 6 novembre 2014 perse la vita, in circostanze ritenute sospette, all'ospedale Oglio Po di Casalmaggiore, in provincia di Cremona. Il giudice per le indagini preliminari non ha riscontrato alcun collegamento tra la morte dell'uomo ricoverato e l'operato dei medici, accogliendo negli ultimi giorni la richiesta di archiviazione del pubblico ministero. Non è stata evidenziata nessuna responsabilità dovuta a omissione o ritardi nella diagnosi, proprio come sostenuto dall'avvocato difensore dei medici Diego Munafò.

Le varie tappe della vicenda

L'uomo deceduto nel novembre del 2014 era arrivato all'ospedale Oglio po in seguito a una rissa avvenuta in un bar di Parma in cui aveva riportato diversi traumi. Inizialmente l'uomo era stato ricoverato nel reparto di psichiatri dell'ospedale di Parma, per poi essere trasferito a Casalmaggiore. Qui, dopo pochi giorni, l'uomo era morto a causa di un'infezione polmonare. Inizialmente si era pensato che i medici potessero avere delle responsabilità, ma l'indagine del medico legale ha escluso questa responsabilità scagionando di fatto i dieci dottori che avevano seguito il paziente nel corso del ricovero. Dal 2014 a oggi sono state svolte diverse perizie sul corpo del deceduto, per cercare di stabilire con chiarezza le cause del decesso. La tac e l'autopsia avevano rilevato diverse fratture costali, ma secondo il parere di Andrea Verzeletti, consulente tecnico del pm incaricato di svolgere una nuova perizia non vi è nesso causale tra la morte e le fratture costali. L'ipotesi più verosimile è che la polmonite sia sopraggiunta proprio nel momento più critico del ricovero, abbattendo di fatto le ultime difese dell'uomo e causando la morte.

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