Carne e insaccati fanno male? A Expo ecco il panino-record contro gli allarmismi (VIDEO)
Carne rossa e insaccati fanno male? La risposta della Coldiretti è arrivata giovedì mattina all'Expo di Milano. Un panino lungo tre metri riempito con ogni sorta di salume: salame di Brianza, prosciutto di Parma e San Daniele, coppa piacentina, salame di cinta senese. Un panino da record con il quale l'associazione dei coltivatori ha inteso rispondere a suo modo all'Organizzazione mondiale della sanità, che negli scorsi giorni ha inserito la carne rossa lavorata e gli insaccati tra le sostanze cancerogene per l'uomo.
Sia chiaro: le indicazioni dell'Oms certificano in un certo senso quanto già si sapeva da tempo, e sono il frutto di lunghi studi che nessuna "operazione simpatia" può mettere in dubbio. Ma è altrettanto vero che, nell'alimentazione come in tanti altri aspetti della vita, la cosa più importante è l'equilibrio: non saranno certo piccole dosi di salame o una bistecca alla brace a rovinare la salute di nessuno, sempre appunto che non si ecceda. Ecco allora spiegato il senso dell'iniziativa della Coldiretti: combattere gli allarmismi, e non rispondere nel merito all'Oms, che per prima ha precisato che nessun alimento deve essere eliminato dalla dieta.
A Expo la Giornata della carne italiana
L'iniziativa della Coldiretti è arrivata nella Giornata dedicata alla carne italiana: vi hanno partecipato il presidente Roberto Moncalvo, il direttore di Coldiretti Puglia Angelo Corsetti e Giacinto Forte, sindaco di Altamura, città pugliese rinomata per il fragrante pane che è stato farcito con gli insaccati. All'indomani della pubblicazione del rapporto dell'Oms sulla carne rossa Coldiretti ha commissionato un sondaggio online che ha evidenziato come in Italia solo una persona su dieci abbia contenuto il proprio consumo di carne e insaccati – anche se altre stime parlano di un crollo del 20 per cento -: "Un segnale importante che dimostra il buon lavoro di informazione che è stato fatto a partire dalle Istituzioni, ma è anche il frutto delle precisazioni della stessa Oms", spiega Moncalvo. Il rischio, in caso contrario è di "mettere a rischio un settore che dà lavoro a 180mila persone, genera un fatturato di 32 miliardi ed è uno dei simboli dell’Italia all’estero".