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Caravaggio, uccise fratello e cognata: secondo i periti è “incapace di intendere e di volere”

Secondo la perizia psichiatrica disposta dal giudice, il 44enne Maurizio Novembrini sarebbe incapace di intendere e di volere. L’uomo uccise con quattro colpi di pistola il 4 aprile 2018 il fratello e la cognata all’interno di una sala slot di Caravaggio, nel Bergamasco, senza un apparente motivo.
A cura di Chiara Ammendola
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La coppia uccisa (foto Facebook)
La coppia uccisa (foto Facebook)

Era il 4 aprile del 2018 quando Maurizio Novembrini entrò nella sala slot Gold Cherry di Caravaggio uccidendo a colpi di pistola il fratello maggiore Carlo, 51enne, e la compagna, la 40enne Maria Rosa Fortini. L'uomo, arrestato il giorno dai carabinieri, è stato sottoposto a una perizia psichiatrica del cui esito si discuterà durante l'udienza preliminare del prossimo 19 febbraio, ma, salvo stravolgimenti di sorta, verrà giudicato incapace di intendere e di volere, come emerso dalle perizie del professor Massimo Biza nominato dal giudice Maria Luisa Mazzola lo scorso dicembre. L'omicida infatti è ancora convinto che il fratello volesse fargli del male.

L'uomo da quando è stato arrestato ha già cambiato tre residenze, dal carcere di Bergamo dove era stato allontanato dopo aver incendiato il materasso della propria cella lo scorso maggio, era stato trasferito nel carcere di Pavia. Ora, da inizio gennaio, si trova nella Rems, la Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, di Castiglione delle Stiviere, a Mantova, così come richiesto da l pubblico ministero Gianluigi Dettore e disposto poi dal giudice. Un omicidio dunque che forse non avrà mai una spiegazione, lo sanno bene anche i familiari di dei due fratelli, la madre, e anche la famiglia dell'altra vittima Maria Luisa, che si è costituita parte civile.

I fratelli dal passato criminale provenienti dalla Sicilia

Maurizio Novembrini è un pregiudicato, come anche il fratello Carlo. Quest'ultimo aveva un passato criminale di un certo spessore. Il 51enne, originario di Gela, in passato aveva fatto parte di un clan mafioso di Gela, legato alla famiglia Madonia, e aveva trascorso alcuni anni in carcere sottoposto al carcere duro per i mafiosi, il regime 41bis. Anche il fratello aveva avuto problemi con la giustizia per reati aggravati dal metodo mafioso. Anche per questo motivo i due fratelli, tra cui i rapporti non erano mai stati buoni, avevano deciso di trasferirsi al Nord. Dalla Sicilia il maggiore si era poi trasferito a Sergnano, nella provincia di Cremona, dove da circa quattro anni conviveva con la compagna Fortini, originaria di Crema. La donna era casalinga, mentre il 51enne Novembrini faceva l'artigiano.

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