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Cantù, donna rifiuta di farsi visitare da un medico perché “negro”. Lui: “Grazie, ho il tempo per un caffè”

Episodio di razzismo a Cantù, in provincia di Como, dove una paziente non si è voluta far visitare da un medico originario del Camerun a causa del colore della sua pelle: “Io non mi farò mai toccare da un medico negro”. La risposta ironica del dottore, il 30enne Andi Nganso, è diventata virale: “Ti ringrazio, ho 15 min per bere un caffè”. Il vicesindaco di Cantù: “Fatto deplorevole”.
A cura di Francesco Loiacono
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Episodio di razzismo a Cantù, in provincia di Como, dove una paziente non si è voluta far visitare da un medico originario del Camerun a causa del colore della sua pelle. A raccontare quanto avvenuto è stato lo stesso dottore, il 30enne Andi Nganso, che ormai da 12 anni vive in Italia. Il 30enne alcuni giorni fa era in servizio alla guardia medica di Cantù quando una paziente, che si era presentata nell'ambulatorio, ha detto di non volersi fare visitare da lui, citando espressamente come motivazione il suo essere "negro": "Io non mi farò mai toccare da un medico negro". Il medico ha reagito con una buona dose d'ironia. Sulla propria pagina Facebook ha infatti pubblicato un post spiegando in poche parole l'accaduto e liquidandolo con una battuta: "Non ti fai toccare da un medico ‘negro' ? Io ti ringrazio. Ho 15min per bere un caffè".

Il vicesindaco di Cantù: Fatto deplorevole

Alla fine Nganso ha anche aggiunto un insulto alla donna protagonista dello sconcertante episodio, che è stato riportato per primo dal quotidiano locale "La Provincia di Como" e sta provocando molte reazioni indignate, sui social network e non solo: "Si tratta di un fatto deplorevole e spero che questa persona possa venire identificata – ha affermato il vicesindaco Matteo Ferrari – Siamo una comunità di cittadini seri e perbene, e una cosa simile non può accadere. Esprimo massima solidarietà al medico, alla struttura sanitaria e alle persone che investono il proprio tempo al servizio degli altri".  Lo stesso medico, che dopo essersi laureato all'Università dell'Insubria ha lavorato nei centri di accoglienza di Lampedusa e Bresso, ha spiegato di essere rimasto sconcertato da una reazione tanto violenta: "Sono medico da due anni e capita di rendermi conto che i pazienti sono sorpresi e magari un po' incerti davanti a un medico nero, ma una reazione tanto violenta non mi era mai capitata prima".

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