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Covid 19

Camici forniti dalla ditta della moglie, Fontana: “Mera strumentalizzazione a fini politici”

Il governatore della Lombardia risponde ancora una volta alle accuse che lo vedono protagonista in queste ore che riguardano la fornitura in piena emergenza Covid di camici per i medici degli ospedali da parte di un’azienda che fa capo tra gli altri anche alla moglie dello stesso Fontana: “Comprendo l’esigenza sia di far notizia che di vendere copie – scrive il governatore lombardo – ciò che non comprendo sono le strumentalizzazioni scandalistiche tese a dare un’immagine distorta della realtà per abietti fini politici”
A cura di Chiara Ammendola
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Il presidente Fontana
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Il presidente della regione Lombardia torna a sottolineare la sua posizione in merito alla vicenda portata a galla dal programma tv "Report" e anticipata da "Il Fatto Quotidiano" riguardante la fornitura di camici per i medici degli ospedali da parte di un'azienda che fa capo tra gli altri anche alla moglie dello stesso Fontana. Il governatore lombardo dopo aver annunciato una querela al giornale diretto da Peter Gomez e una diffida alla trasmissione di inchieste giornalistiche in onda su Rai Tre ha condiviso un post sulla propria pagina Facebook per fare chiarezza sull'accaduto puntando il dito contro la stampa e anche gli avversari politici.

Gli aiuti da Roma non sarebbero mai arrivati in tempo

"Comprendo l'esigenza sia di far notizia che di vendere copie, ciò che non comprendo sono le strumentalizzazioni scandalistiche tese a dare un'immagine distorta della realtà per abietti fini politici – scrive Fontana – durante il periodo di crisi, appurato che da Roma non sarebbero mai arrivati in tempo gli aiuti, Regione Lombardia è stata costretta ad incaricare la propria centrale acquisti, ARIA spa, per assicurare l'approvvigionamento di forniture e servizi per fronteggiare l'emergenza ricorrendo all'istituto della procedura negoziata ex art. 53 d.lgs. 50/2016 Codice degli appalti. Ogni giorno servivano centinaia di migliaia di mascherine, camici, visiere con urgenze e quantità che superavano di almeno cento volte (in alcuni casi anche migliaia) le ordinarie necessità di approvvigionamento pre Covid".

La Dama Spa ha anche effettuato una donazione di 60mila euro

Il presidente della regione Lombardia a questo punto cita proprio la Dama Spa, società fondata negli anni Settanta dalla famiglia Dini, il cui amministratore delegato è Andrea Dini, e della quale detiene una quota anche la sorella Roberta, moglie del governatore lombardo. "Tra le tante aziende lombarde che hanno accolto la nostra richiesta di aiuto c'è la Dama SpA che ha convertito la sua produzione in dispositivo di protezione individuale per medici e operatori sanitari, tanto che il 14 aprile 2020 erano diversi gli articoli apparsi sui media che riportavano questa notizia positiva – continua Fontana – la stessa Società si è distinta anche con una una donazione di 60.000 euro sul fondo straordinario per l'emergenza istituito da Regione Lombardia, e ha fornito gratuitamente mascherine e camici ad ospedali e amministrazioni comunali. Alla Dama SpA – una volta ottenute le certificazioni indispensabili per l’utilizzo sanitario – il 16 aprile vengono ordinati 7.000 set costituiti da camice + copricapo + calzari al costo a 9 euro (prezzo più basso in assoluto) e 75.000 camici al 6 euro (anche questi i più economici). Le forniture iniziano il giorno dopo e vengono immediatamente distribuite nei reparti ospedalieri per proteggere medici e infermieri".

L'azienda ha agito con responsabilità e senso civico

Fontana spiega poi che sin dal principio l'intento della società era quello di donare e non vendere la fornitura richiesta dalla regione in piena emergenza Covid-19: "Nell'automatismo della burocrazia, nel rispetto delle norme fiscali e tributarie, l'azienda oggetto del servizio di Report, accompagnava il materiale erogato attraverso regolare fattura stante alla base la volontà di donare il materiale alla Lombardia, tanto che prima del pagamento della fattura, è stata emessa nota di credito bloccando di fatto qualunque incasso – conclude – pertanto nessuna accusa può esser fatta a coloro che nel periodo di guerra al Covid-19 hanno agito con responsabilità e senso civico per il bene comune. Respingo fermamente ogni strumentalizzazione affidando alle autorità competenti la tutela della Regione Lombardia".

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