Calciatore ucciso in Sardegna, il padre della fidanzata: “Nicola voleva solo difenderci”
La salma di Nicola Della Morte, il ventitreenne calciatore ucciso a Ottava, alle porte di Sassari, dal venticinquenne Daniele Ventriglia, è rientrata a Mese, la sua cittadina d'origine. Il paese si è stretto attorno al dolore della famiglia, lo stesso sindaco Patrizia Pilatti ha emesso un'ordinanza di limitazione al traffico lungo la strada dove si trova la casa della famiglia del giovane, in previsione della grande affluenza di persone che hanno atteso il rientro della sua bara.
Facce sconvolte per una morte davvero assurda. La famiglia del giovane si è rinchiusa, come facilmente comprensibile, nel silenzio e nel dolore. In pochi, in paese, hanno voglia di parere. Forse tra qualche giorno, quando il dolore lascerà posto alla voglia di giustizia. Per ora, Daniele Ventriglia resta nel carcere di Bancali, accusato dell'omicidio del giovane calciatore lombardo. Ma la vicenda sarà teatro di lunghe indagini, per accertare l'esatta dinamica del tutto.
L'unico a voler parlare è stato il padre di Eleonora, la fidanzata del giovane di Mese. Antonio Sanna, all'esterno della chiesa dove oggi alle 14.30 si terrà il funerale del ragazzo, ha spiegato: "Le istituzioni non ci hanno aiutato. Ho denunciato due mesi fa Ventriglia dopo minacce e danneggiamenti", ha detto Sanna, che è anche il presidente della squadra di calcio dove giocava il giovane, "Aveva problemi, era stato seguito male dai servizi sociali. Venerdì sera ha aggredito verbalmente mia moglie e voleva colpirla con una bottiglia. Ce l'aveva con noi, e Nicola voleva solo difenderci. Gli si è avvicinato per parlargli, non certo per aggredirlo; lui era di spalle, si è girato e lo ha accoltellato al cuore". Una ricostruzione che getta ancora più sconforto nella comunità lombarda.