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Buste con esplosivi ai magistrati di Torino: tre anarchici arrestati per terrorismo

Due uomini e una donna sono stati arrestati dai carabinieri del Ros con l’accusa di attentato con finalità di terrorismo. Sono considerati gli autori delle buste contenenti esplosivo recapitate a due magistrati della Procura di Torino nel giugno del 2017 e di un analogo plico indirizzato al direttore dall’amministrazione penitenziaria di Roma. Le indagini sono state coordinate dai pm della Procura di Milano, Alberto Nobili e Piero Basilone.
A cura di Simone Gorla
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Al centro il pubblico ministero Roberto Sparagna, tra i bersagli delle bombe
Al centro il pubblico ministero Roberto Sparagna, tra i bersagli delle bombe

Tre anarco-insurrezionalisti, due uomini e una donna, sono stati arrestati dai carabinieri del Ros per attentato con finalità di terrorismo in un’indagine della Procura di Milano coordinata dal sostituto procuratore Piero Basilone e dal responsabile della sezione antiterrorismo, Alberto Nobili. I tre finiti in manette sono accusati di essere gli autori degli attentati esplosivi della cosiddetta "campagna di lotta contro la repressione" del giugno 2017. Secondo gli inquirenti si riunirono a Genova per spedire tre pacchi bomba al Palazzo di Giustizia di Torino, indirizzati a due pm, Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna. I militari stanno effettuando anche perquisizioni in Italia e all'estero.

I pacchi con l'esplosivo disinnescati dagli artificieri
I pacchi con l'esplosivo disinnescati dagli artificieri

Le buste esplosive recapitate il 7 giugno 2017

Le buste con l'esplosivo arrivarono il 7 giugno 2017. I bersagli erano due magistrati che si occupavano di terrorismo ed eversione. Sparagna in particolare aveva coordinato l'inchiesta "Scripta Manent" sulla Federazione anarchica informale. I pacchi contenevano fili elettrici, polvere da sparo e una batteria da nove volt. Furono stati individuati e neutralizzati dagli artificieri, ma secondo gli esperti sarebbero stati in grado di esplodere. Le buste riportavano come mittente i nomi di avvocati, probabilmente per ingannare i controlli, e avevano il timbro postale di Genova. Appena scattato l'allarme l'edificio fu evacuato, gli ingressi chiusi e le udienze in corso sospese. Secondo l'accusa, il 12 giugno 2017 i tre anarchici arrestati dai carabinieri del Ros avrebbero inviato anche un plico esplosivo, anche in questo caso non esploso, a Santi Consolo, all'epoca direttore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di Roma.

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