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Busta con proiettile al capo di Confindustria Bergamo: “Dove non arriva il Covid arriviamo noi”

“Dove non arriva il Covid arriviamo noi”. Il presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia, ha ricevuto una busta con proiettile e una lettera. Il messaggio minatorio è arrivato all’Eco di Bergamo, con la firma dei ‘Nuclei proletari lombardi’. Nei giorni scorsi due lettere analoghe erano state recapitate al presidente degli industriali lombardi, Marco Bonometti, ora sotto scorta.
A cura di Simone Gorla
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Stefano Scaglia, presidente Confindustria Bergamo (LaPresse)
Stefano Scaglia, presidente Confindustria Bergamo (LaPresse)

Una busta con proiettile e una lettera minatoria al presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia, è stata recapitata all'Eco di Bergamo. La minaccia, con la firma dei ‘Nuclei proletari lombardi' segue le due missive inviate nei giorni scorsi al presidente degli industriali lombardi, Marco Bonometti, ora sotto scorta.

La busta, arrivata lunedì 29 giugno, conteneva un proiettile calibro 6.25 e un testo scritto a computer, che il quotidiano bergamasco ha pubblicato sul suo sito: "Il signor Stefano Scaglia di Confindustria sappia che non dimentichiamo mai. Una bara in più non si nega a nessuno mai o lui o un suo familiare. Sempre solo questo potrà ridare dignità a chi è morto sul lavoro. Dove non arriva il Covid arriviamo noi".

La scorsa settimana il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, aveva ricevuto due lettere contenenti proiettili, recapitate alla sede dell'associazione degli industriali, ed è stato messo sotto scorta. Anche la terza lettera, come è esplicitato dal testo, è legata alla posizione assunta da Confindustria contro alla chiusura della zona rossa di Alzano e Nembro. La decisione di non imporre il lockdown in Val Seriana all'inizio di marzo, la cui responsabilità viene rimpallata da mesi tra Governo e Regione Lombardia, è al centro di un'inchiesta della Procura di Bergamo.

Bonometti è stato sentito dai pubblici ministeri, ha confermato che Confindustria era contraria alla zona rossa, ma ha negato qualsiasi pressione sulla giunta regionale e sull'esecutivo per bloccare il provvedimento. Nelle scorse settimana, in seguito alle minacce online e ad alcune scritte comparse sui muri di Milano, anche al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è stata assegnata la scorta.

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