Bus dirottato, Ouesseynou Sy: “I bimbi erano il mio scudo. Non mi pento di quello che ho fatto”
Non sembra pentito del gesto, del terrore e di quello che avrebbe potuto causare Ouesseynou Sy, l'autista che ha sequestrato un bus con 51 studenti delle scuole medie per poi dargli fuoco. Grazie all'intervento dei ragazzini e dei carabinieri si è evitata una vera e propria strage. Eppure il 47enne interrogato nel carcere di San Vittore poche ore dopo quanto accaduto riesce con lucidità a spiegare il suo gesto: "L'ho fatto per dare un segnale all'Africa, perché gli africani restino in Africa e così non ci siano morti in mare". L'uomo ha raccontato in presenza del suo avvocato di aver organizzato il tutto per lanciare un messaggio, lui seguace della filosofia panafricanista ha spiegato di aver usato i bambini come scudo: il suo obiettivo era raggiungere l'aeroporto di Linate per prendere un aereo e tornare in Africa. Ripete con convinzione che non avrebbe fatto del male a nessuno.
L'avvocato chiederà per Ousseynou Sy una perizia psichiatrica
L'autista di origini senegalesi spera che il messaggio sia giunto in Africa e che nessuno parta più dalla sua terra d'origine per venire in Europa, in Occidente: "L'Africa – avrebbe detto durante l'interrogatorio – è stata colonizzata. L'Europa si approfitta dell'Africa, decide per l'Africa, mette governi comodi per l'Occidente". Le parole si riferiscono alla sua idea di colonizzazione e ai consguenti governi nei diversi paesi africani gestiti dall'Occidente. L'uomo, che ora è detenuto nel carcere milanese di San Vittore dovrà rispondere delle accuse di tentata strage aggravata dal terrorismo, oltre che di sequestro di persona, incendio e resistenza. Intanto il difensore di Ousseynou Sy chiederà per il suo assistito una perizia psichiatrica. "È doveroso – ha spiegato l'avvocato Davide Lacchini – a fronte dell'enormità del gesto e su questo anche la Procura concorda".