Bus dirottato e incendiato, una mamma in aula: “Mia figlia sotto shock, piange se vede coltelli”
Nel corso dell'udienza del processo a carico di Ousseynou Sy, l'uomo che lo scorso 20 marzo a San Donato Milanese ha sequestrato 52 bambini sul pullman del quale era conducente minacciando la strage e dando fuoco al veicolo, la madre di una dei bimbi sequestrati, ha raccontato al giudice le conseguenze dell'accaduto sulla figlia, presente sul mezzo quel giorno. "Qualche giorno fa – ha detto la donna – mentre stavamo facendo l'albero di Natale, mi è caduta una fascetta da elettricista. Mia figlia l'ha raccolta e mi ha detto ‘con questa sono stata legata', poi è scoppiata a piangere". Una ferita ancora aperta per la giovane vittima che, insieme agli altri suoi compagni, ha vissuto la tremenda esperienza messa in opera dal 47enne.
I giorni subito successivi all'attentato
I momenti più difficili, forse, sono stati proprio quelli subito successivi alla liberazione, giunta anche grazie al lavoro di alcuni suoi compagni che sono riusciti ad allertare le forze dell'ordine per inibire l'uomo e sventare una probabile strage. Come raccontato ancora dalla donna alla Corte d'Assise, "mia figlia era molto agitata, ansiosa. Se uscivamo stava attenta a tutto quello che la circondava, e se incontrava uomini mi faceva cambiare direzione". Anche oggi, però, la piccola ne patisce le conseguenze. Non solo se vede una fascetta, apparentemente innocua ma che la rimanda a quei terribili momenti, ma anche se vede coltelli. A confermarlo è sempre la madre che testimonia come "non vuole vedere che ne usiamo. Quando lo facciamo, esce dalla stanza".
La difesa dell'attentatore: "Non sono un terrorista né un assassino"
Qualche giorno fa, nel corso di un'altra udienza, Ousseynou Sy ha parlato per la prima volta per difendersi dalle accuse di sequestro di persona e tentata strage aggravata dal terrorismo per le quali è a processo. In quell'occasione, il 47enne ha sostenuto di non essere né un terrorista, né un assassino: "Mi auguro che giustizia sia fatta anche per noi africani", le parole dell'autista in aula che aveva poi attaccato l'allora ministro degli Interni Matteo Salvini: "Accuso lui ed il suo governo di crimini contro l'umanità e di genocidio".