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Buccinasco, un rifugio per mamme e bambini nella villa confiscata a un boss della ‘ndrangheta

Una casa per sette mamme fragili e i loro bambini, nella villa confiscata alla famiglia di un boss della ‘ndrangheta. Accade a Buccinasco, alle porte di Milano, considerata a lungo la ‘Platì del Nord’ per la radicata presenza della criminalità organizzata. Ora l’immobile sottratto alla malavita diventa un rifugio per madri e bimbi. “È la testimonianza viva della vittoria dello Stato”, è il commento del sindaco Rino Pruiti.
A cura di Simone Gorla
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L'inaugurazione dello spazio 'La tua casa' a Buccinasco
L'inaugurazione dello spazio ‘La tua casa' a Buccinasco

Da villa di un boss della ‘ndrangheta a rifugio per un gruppo di mamme fragili e i loro bambini. È il destino di un bene confiscato alla criminalità organizzata, usato ora per accompagnare giovani madri e i loro bimbi attraverso un percorso di progressiva conquista dell’autonomia. Accade a Buccinasco, la cittadina alle porte di Milano che è stata considerata per decenni la ‘Platì del Nord' a causa della storica e radicata presenza della ‘ndrangheta.

Buccinasco, una casa per mamme e bambini nella villa confiscata a un boss

Oggi qualcosa è cambiato in quello che fu il regno della potente ‘ndrina dei Papalia e dei suoi alleati, i Barbaro, i Sergi, i Trimboli. Con ‘La Tua Casa', questo il nome del progetto, nasce un luogo di speranza e rinascita in un immobile che un tempo era la base dalla famiglia del boss Paolo Sergi. Dopo la confisca la villa era stata assegnata all'amministrazione comunale, quindi per alcuni anni ha ospitato un asilo nido privato che poi, non potendo sostenere le spese, ha restituito il bene. Tramite un bando di gara lo spazio è stato quindi assegnato alla cooperativa sociale Aibc (in collaborazione con Ai.Bi. – Amici dei Bambini).

Il sindaco Pruiti: "Oggi lo Stato vince"

La struttura, del valore di due milioni di euro, ha iniziato così la sua nuova vita come luogo protetto per le giovani madri, che qui potranno crescere insieme ai propri bambini. Una svolta resa possibile anche dal lavoro di Rosa Palone, dal 2017 assessora a Welfare, Innovazione Sociale e Cultura Antimafia. La casa ospiterà una comunità che accoglierà complessivamente quattro nuclei per un totale di dieci persone, oltre a un alloggio di semi-autonomia con due famiglie, per cinque persone nel complesso, e un alloggio di alta autonomia, dove risiederà un singolo nucleo. Le mamme e i loro bambini saranno accolti in un ambiente di tipo familiare, che offrirà loro cura e protezione, supporto psico-educativo e un accompagnamento verso il reinserimento sociale. “Il riutilizzo sociale dei beni confiscati – ha spiegato il sindaco Rino Pruiti – nel segno della legge voluta da Pio La Torre, è la testimonianza viva della vittoria dello Stato sulla criminalità organizzata. Oggi lo Stato vince e finalmente questa villa torna a vivere".

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