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Brescia, uccisero un cane con pietre e bastonate: padre e figlio assolti anche in appello

Sono stati assolti anche in appello padre e figlio, oggi 85enne e 54enne, che nel luglio del 2014 uccisero colpendolo con bastonate e poi con una grossa pietra un cane lungo i monti della Valcamonica. Secondo il giudice agirono per difendersi dall’aggressione dell’animale. L’uccisione fu ripresa da una turista di passaggio e le immagini all’epoca fecero il giro del web.
A cura di Chiara Ammendola
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Un frame dell'aggressione ripresa da una turista (Facebook)
Un frame dell'aggressione ripresa da una turista (Facebook)

Le immagini di quell'aggressione avevano fatto in poco il giro del web suscitando non poco scalpore: ora, a distanza di cinque anni, i giudici della Corte d'Appello hanno confermato la sentenza del tribunale di Brescia e hanno assolto padre e figlio per aver ucciso con pietre e bastonate un cane. L'accusa aveva chiesto che i due, che all'epoca aveva 80 e 49 anni, venissero condannato a un anno e undici mesi perché per entrambi era manifesta la "volontà di uccidere l'animale", ma secondo il giudice, che ha accolto dunque la richiesta della difesa, "i due agirono in stato di necessità dopo l'aggressione del cane". Era il 18 luglio 2014 quando padre e figlio, due allevatori della zona, stavano passeggiando sui monti vicino al passo del Crocedomini in Valcamonica: è qui che incontrano l'animale ed è qui che lo uccidono colpendolo con diverse bastonate prima di ucciderlo con una grossa pietra alla testa.

I due agirono per difendersi dall'aggressione del cane

A riprendere quei concitati attimi e anche l'atroce uccisione su una turista, un'escursionista che si trovava a passare nella zona e dunque suo malgrado ad assistere alla scena. Era stata lei all'epoca dei fatti a consegnare il materiale ai giornali locali. I due, identificati poco dopo dai carabinieri di Breno, sono stati poi denunciati e per questo per loro si è aperto il lungo iter giudiziario, il cui primo step è stata l'assoluzione in primo grado giunta il 23 dicembre 2016. Nonostante la violenza dell'uccisione per il giudice i due si erano difesi da un'aggressione del cane, e dunque "il fatto non sussiste". A distanza di due anni e mezzo giunge anche la seconda sentenza che conferma la versione dell'anziano, oggi 85enne che ai giudici ha sempre raccontato di aver agito per difendere il figlio: "Ho colpito il cane perché stava ringhiando contro mio figlio minore e ho dovuto scegliere tra l'animale e mio figlio".

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