Brescia, uccise il fratello e ne bruciò il cadavere in un forno: arrestato dopo 25 anni

È stato arrestato a distanza di 25 anni dall'omicidio del fratello, ucciso e poi bruciato nel forno della fonderia di famiglia. Claudio Cominelli, 56 anni, è stato fermato dagli uomini della squadra mobile di Brescia mentre era a casa della sua compagna, a sua volta denunciata per favoreggiamento. L'episodio per cui Cominelli era ricercato dal 2010 risale al dicembre del 1992. Secondo quanto hanno confermato i giudici della Corte di Cassazione, il 56enne nella notte tra il 16 e il 17 dicembre uccise il fratello Walter e ne distrusse poi il cadavere, buttandolo in un forno della fonderia di famiglia a Caionvico, piccolo paese del Bresciano.
Claudio Cominelli era latitante da 7 anni: deve scontare 21 anni di carcere
Il 56enne, che si è sempre professato innocente per quel delitto, dal momento della condanna definitiva a 21 anni di carcere si era reso latitante. In questi ultimi sette anni l'uomo ha trascorso alcuni periodi all'estero e altri ad Ancona. Più volte aveva incontrato e trascorso del tempo con la sua compagna, che per averlo coperto durante tutto questo arco di tempo è stata denunciata per favoreggiamento. Dopo essere stato individuato e pedinato per mesi, Cominelli è stato finalmente fermato proprio mentre era a casa della donna, in un appartamento in via Calatafimi, a Brescia. L'uomo ha provato a negare di essere il ricercato, mostrando agli agenti una carta d'identità falsa. Quando si è reso conto di essere stato ormai incastrato, ha professato ancora una volta la propria innocenza.
Le analogie con la scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli a Marcheno
L'omicidio di Walter Cominelli presenta molte analogie con un altro episodio di cronaca avvenuto sempre nel Bresciano, a Marcheno: la scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli. Anche in questo caso, l'ipotesi degli inquirenti è che l'uomo, titolare dell'omonima fonderia (ormai venduta) assieme al fratello, sia stato ucciso e quindi gettato in uno degli altiforni della fabbrica. Quattro persone, due nipoti dell'uomo e due ex operai della fonderia, sono indagati a piede libero con le accuse di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Ma dalla sera dell'8 ottobre 2015, data in cui è stato visto per l'ultima volta Mario Bozzoli, la sua scomparsa è avvolta dal più totale mistero. Chissà che non ci vogliano anche qui 25 anni per vedere arrestato il colpevole.