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Brescia, scoperte 5 baby-prostitute: si offrivano via Facebook per pochi euro

La polizia provinciale di Brescia ha scoperto un giro di prostituzione minorile. Al centro cinque ragazzine tra i 15 e i 16 anni che contattavano i clienti su Facebook tramite profili falsi e si vendevano anche per 10 euro. Tra i clienti uomini di tutto il Nord Italia, ma anche i compagni di scuola delle ragazzine.
A cura di Francesco Loiacono
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Un giro di baby-prostitute è stato scoperto dalla polizia provinciale di Brescia. Protagoniste della vicenda cinque ragazzine tra i 15 e i 16 anni, che si vendevano per pochi euro – dai 10 ai 30 – a uomini di tutto il Nord Italia. Le prestazioni sessuali venivano concordate su Facebook, dove le cinque avevano creato profili falsi per contattare i loro clienti. I soldi servivano per pagarsi gli aperitivi o la discoteca del sabato: normali svaghi di adolescenti.

Le ragazze si prostituivano anche con i compagni di scuola

Gli incontri avvenivano per lo più nei parcheggi dei centri commerciali: tra i clienti uomini residenti a Bergamo, Mantova, Milano e perfino Torino. Un uomo di 45 anni di Brescia è finora l'unico indagato di una vicenda destinata forse a riservare altre sorprese: il 45enne è stato l'unico a contattare via telefono le baby-squillo ed è stato perciò rintracciato e denunciato per induzione e sfruttamento della prostituzione minorile. Secondo quanto ha ricostruito la polizia, però, l'attività delle cinque, compagne di scuola, veniva portata avanti anche tra le mura scolastiche, all'interno dell'istituto professionale frequentato dalle ragzze: le giovani si vendevano anche ai compagni di scuola, tanto che, secondo quanto riporta il Corriere della sera, il preside era stato costretto a far controllare i bagni dai bidelli.

A scoprire l'attività delel cinque baby-squillo è stata la madre di una di loro che si è insospettita dal fatto che la figlia tornasse a casa a notte fonda e, rivolgendosi alla scuola, ha scoperto le numerose assenze della ragazza. Da qui, preoccupata, si è rivolta alla polizia provinciale, che ha lentamente ricostruito le seconde vite delle ragazzine. Una delle cinque ha confessato: adesso bisognerà capire se a capo del giro di prostituzione c'era qualche adulto.

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