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Referendum sull’acqua pubblica in provincia di Brescia: stravince il sì, ma l’affluenza è bassa

Provincia di Brescia al voto per decidere se mantenere pubblica la gestione dell’acqua o se concedere l’ingresso di una componente privata. Al referendum consultivo stravince il sì con il 96 per cento dei voti. L’affluenza resta però bassa: attorno al 22 per cento quando mancano ancora da scrutinare circa 300 seggi.
A cura di Chiara Ammendola
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Foto di repertorio
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Oggi, domenica 18 novembre, si è votato in tutti i comuni della provincia di Brescia per dire sì o no alla privatizzazione del servizio idrico. La provincia lombarda doveva infatti decidere se mettere a gara il 49 per cento di Acque Bresciane, la società che al momento gestisce il servizio idrico in 88 comuni della provincia e che nei prossimi anni prenderà sotto la sua gestione anche quei comuni attualmente gestiti da altre società. Secondo i sostenitori del sì infatti l'acqua dovrebbe rimanere di gestione pubblica mentre i sostenitori del no vorrebbero un ingresso di privati nella gestione in grado di sopperire a quegli investimenti necessari per migliorie come la messa in regola del servizio idrico in alcuni comuni e la depurazione delle acque (infrazioni quantificate nel numero di 32 da parte della Comunità Europea).

Il referendum è consultivo e dunque il risultato non è vincolante: i sostenitori del sì speravano che almeno un terzo degli aventi diritto si recasse alle urne. Le persone chiamate al voto erano circa 970mila, con i seggi aperti dalle 8 alle 22. Per votare nel seggio indicato sulla propria tessera elettorale serviva solo un documento di riconoscimento. Questo il quesito: "Volete voi che il gestore unico del Servizio Idrico Integrato per il territorio provinciale di Brescia rimanga integralmente in mano pubblica, senza mai concedere la possibilità di partecipazione da parte di soggetti privati?".

Stando ai primi risultati pubblicati sul sito della Provincia di Brescia (relativi alle 23.30), a stravincere è stato il sì con oltre il 96 per cento delle preferenze. L'affluenza non è stata però quella sperata: al momento si ferma al 22 per cento, quando mancano da scrutinare circa 300 seggi.

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