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Brescia, pulcini torturati e uccisi a pedate: sotto inchiesta azienda agricola

I proprietari di una azienda agricola bresciana, sono stati chiamati a giudizio con un decreto di citazione immediato, per il reato di maltrattamento di animali e di uccisione ingiustificata, per aver ucciso e torturato centinaia di pulcini.
A cura di Federica Gullace
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Pulcini torturati, strangolati, annegati, o persino schiacciati con i piedi fino ad ucciderli. È successo a Brescia: sotto inchiesta una azienda agricola di Passirano, i cui proprietari sono stati denunciati. In questo modo terribile, dunque, sarebbero stati uccisi migliaia di pulcini, vittime di una morte lenta e dolorosa, considerati non adatti all'ingrasso perché troppo piccoli e fragili per diventare polli e poter esser venduti. A differenza di quanto previsto dalla normativa europea, che prevede che i cosiddetti ‘scarti di produzione' vengano eliminati in un grosso tritacarne, l'azienda bresciana tutto faceva fuorché garantire agli animali una morte non dolorosa. La storia ha avuto inizio lo scorso giugno, quando il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, assieme agli uomini del Corpo Forestale dello Stato, varcò le porte del capannone e assistette  al terribile spettacolo: muniti di telecamera, ripresero gli operai dell'azienda, i quali, con i pantaloni arrotolati fino al polpaccio, schiacciavano con i piedi in grosse ceste decine e decine di pulcini, tra pigolii strazianti e commoventi. Delle immagini che gli agenti faranno assai fatica a dimenticare, ma che fungeranno da prove negli atti processuali. Per il momento, l’udienza non è ancora stata fissata, ma ciò che è certo che i proprietari, assieme al veterinario responsabile, chiamati a giudizio con un decreto di citazione immediato, dovranno rispondere del reato di maltrattamento di animali e di uccisione ingiustificata.

La lega per la difesa degli animali si costituirà parte civile

Così, il presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, Michela Vittoria Brambilla, ha dichiarato esterrefatta di volersi costituire parte civile: "L’associazione si costituirà parte civile contro i responsabili di un’efferatezza tale che si stenterebbe a crederci, se non fosse documentata dalle riprese video dell’autorità giudiziaria. Reclamiamo una punizione severa per una vergogna indicibile, una crudeltà senza pari, una barbarie. Gli animali non sono oggetti, non sono materie prime, e il fatto che siano inseriti in un circuito produttivo industriale non giustifica alcuna forma di abuso nei loro confronti. Le leggi che li tutelano devono essere rispettate". Anche la Lega anti vivisezione, si è espressa nel merito della questione: "Oggi esprimiamo la nostra soddisfazione per gli esiti dell’inchiesta. È più che mai necessario contrastare la violazione dei diritti degli animali, proprio in quegli ambiti economici dove tutto viene considerato normale, come l’allevamento a fini di macellazione o a fini di sperimentazione. La storia di questi pulcini per noi rappresenta molto è il simbolo dell’applicazione del principio di rispetto, almeno, della legge anche e soprattutto nei settori in cui gli animali vengono utilizzati per scopi economici, come fossero prodotti e, non da ultimo, della nostra lotta senza sosta contro maltrattamenti e uccisioni di animali, anche negli allevamenti. Ci attendiamo, per questo, una condanna esemplare che funga da segnale all’intero settore produttivo e agli addetti ai controlli, pubblici e privati".

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