Brescia, morta la moglie dell’imprenditore Giuseppe Soffiantini, rapito nel 1997

Adele Mosconi, la moglie dell'imprenditore Giuseppe Soffiantini, è morta nella sua casa di Manerbio, in provincia di Brescia. La donna aveva 82 anni. Il marito, imprenditore del settore tessile, era diventato suo malgrado famoso a seguito del suo rapimento, avvenuto il 17 giugno del 1997. Giuseppe Soffiantini fu rapito proprio nella sua casa di Manerbio, nella Bassa Bresciana, e rimase nelle mani dei rapitori per 237 giorni, fino al 9 febbraio 1998. A dare notizia del rapimento fu la moglie, che era stata legata e imbavagliata dai malviventi e riuscì a liberarsi solo la mattina successiva al sequestro.
Il rapimento dell'imprenditore Soffiantini tenne l'Italia con il fiato sospeso per molti mesi. La vicenda fu molto mediatica: fu l'allora direttore del Tg5 Enrico Mentana a dare notizia di uno dei momenti più drammatici del sequestro, quando i rapitori spedirono una lettera contenente la cartilagine di una delle orecchie dell'imprenditore. Un altro episodio tragico legato al sequestro fu la morte dell'ispettore del Nocs Samuele Donatoni, rimasto ucciso in circostanze ancora misteriose durante un blitz per cercare di liberare l'imprenditore.
Soffiantini, che era stato nascosto dai suo rapitori in Toscana, in diversi covi sull'Appennino tra la Calvana e le campagne di Siena e Grosseto, venne liberato il 9 febbraio del 1998 a seguito del pagamento di un riscatto di 5 miliardi di lire. Per il suo sequestro è stato arrestato Giovanni Farina: una seconda persona implicata nella vicenda, Attilio Cubeddu, è tuttora latitante, anche se più volte si è diffusa la voce che sia morto, ucciso dallo stesso Farina per non spartirsi i soldi del riscatto.