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Brescia, lanciate due molotov contro albergo che ospiterà migranti: il titolare è leghista

L’albergo Eureka di Vobarno, in provincia di Brescia, è stato colpito nella notte da due molotov. La struttura, che attualmente è chiusa, sarebbe stata scelta per ospitare un gruppo di migranti. Secondo alcuni abitanti di Vobarno, il proprietario dell’hotel sarebbe un simpatizzante leghista della prima ora.
A cura di Valerio Papadia
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Vandalismo? Atto intimidatorio? Episodio xenofobo? Qualsiasi cosa sia, quanto successo nella notte tra venerdì e sabato a Carpeneda di Vobarno, nella provincia di Brescia, è grave. Due bottiglie molotov sono state lanciate contro l'hotel Eureka, attualmente chiuso al pubblico, che sarebbe stato designato per ospitare, nelle prossime settimane, un gruppo di migranti richiedenti asilo, circa 35. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Salò, che per ora non escludono nessuna pista.

Secondo le prime ricostruzioni, un gruppetto di persone si sarebbe avvicinata alla struttura alberghiera armato di mazze e, appunto, molotov. Dopo aver sfondato un vetro con una mazza, i malviventi hanno gettato le bottiglie incendiarie all'interno dell'albergo. Ad accorgersi del rogo è stato lo stesso proprietario dell'hotel, Valerio Ponchiardi, che ha provveduto personalmente a spegnerlo. Il proprietario, spaventato, crede si tratti di un atto intimidatorio nei suoi confronti, dal momento che utilizzare l'hotel per ospitare migranti è soltanto un'ipotesi e nessuno accordo è ancora stato siglato con la Prefettura.

Il titolare dell'albergo sarebbe un simpatizzante leghista

Ad aggiungere ulteriori dettagli alla vicenda ci hanno pensato alcuni compaesani di Ponchiardi: all'agenzia di stampa Ansa avrebbero rivelato che il proprietario della struttura alberghiera sarebbe un simpatizzante leghista della prima ora. Ponchiardi non risulterebbe iscritto al Carroccio, ma fino a pochi giorni fa, sempre a detta di alcuni abitanti di Vobarno, fuori dalle finestre dell'albergo teneva esposte alcune bandiere della Repubblica di Venezia. A ulteriore riprova del suo orientamento politico anche il fatto che, quando si era diffusa la notizia di un possibile invio dei richiedenti asilo nella sua struttura, l'uomo aveva affermato al sito locale "Vallesabbia news": "Se arrivano dei profughi è contro la mia volontà e vuol dire che la struttura mi è stata requisita in quanto non ho firmato alcun accordo".

Parole ribadite anche all'indomani dell'attentato incendiario, assieme a un appello: "Vorrei che non ne parlaste più di questa storia, che magari salta fuori ancora qualcuno che può prendersela con me". L'ipotesi di ospitare dei richiedenti asilo nell'hotel Eureka era stata lanciata lo scorso martedì in un'accesa riunione nella piazza del paese. Il sindaco di Vobarno Giuseppe Lancini aveva scritto al prefetto per affermare la "non sostenibilità" dell'ipotesi, per il rischio di problemi di ordine pubblico: ma per il momento i problemi sono arrivati da chi, evidentemente, questi profughi non li vuole.

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