Brescia, mistero su trans trovata morta nel cassonetto. Il post su Facebook: “Sei morta”
Ancora nessuna svolta nelle indagini sulla morte di Marta Baroni, che si sta trasformando in un vero e proprio mistero. Il cadavere della donna, nata uomo ma che aveva completato il percorso del riconoscimento del sesso all'anagrafe, era stato ritrovato in un cassonetto per la raccolta delle erbacce dagli operatori ecologici a Brescia. L'esame autoptico disposto sulla salma ha confermato l'iniziale ipotesi degli investigatori: sulla donna non è stato ritrovato nessun segno di violenza e la morte potrebbe essere attribuibile a un malore. L'autopsia non rivela niente di nuovo e non fa chiarezza sul misterioso decesso, che si tinge di giallo. Resta da chiarire il motivo del ritrovamento in un cassonetto e sa la vittima si trovasse con qualcuno e l'abbia usato come rifugio o se fosse da sola al momento della morte.
La scomparsa di Marta era stata denunciata dalla madre, con la quale viveva, diversi giorni prima il tragico epilogo. La donna era molto conosciuta in città e la sua morte ha sconvolto tutta la comunità. Le indagini dei Carabinieri intanto proseguono senza sosta, e in queste ore sembrerebbero esserci stati nuovi sviluppi. Gli inquirenti hanno raccolto diverse testimonianze, che delineano una donna poco serena e che, nelle settimane precedenti alla scomparsa, era stata vista piangere più volte. Gli elementi più importanti per le indagini, però, potrebbero essere forniti dal profilo Facebook della Baroni. In particolare, al vaglio delle autorità ci sarebbe un post specifico, datato 5 luglio. Nel post Marta scrive: "Non c'è limite al peggio. Questo è quello che mi ha scritto per un rifiuto" allegando poi lo screenshot di una conversazione avvenuta con quest'uomo, dove si leggono frasi davvero inquietanti: "Primo, unico e ultimo messaggio: tu sei morta. Io ti faccio uccidere da gente che conosco. Te lo giuro" avrebbe scritto l'uomo che secondo alcune testimonianze sarebbe, appunto, un corteggiatore respinto.