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Borghezio chiede scusa ai rom: “Pronto a fare il volontario in un campo nomadi”

L’europarlamentare della Lega Mario Borghezio, a processo a Milano per diffamazione e discriminazione razziale per alcune affermazioni sui rom, si è detto pentito e pronto a fare volontariato in un campo nomadi. Poi la precisazione: “Sarò volontario nella sede di un’associazione torinese, non in un campo”. Sulla proposta decideranno 3 associazioni rom parti civili al processo.
A cura di Francesco Loiacono
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L'europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio, a processo a Milano per discriminazione razziale e diffamazione dopo una sua intervista sui rom rilasciata alla Zanzara, si è detto pronto a fare il volontario proprio in un campo nomadi: "Essendo pentito per la sgradevolezza di questo fatto non intendo limitarmi a un impegno risarcitorio. Ma mi rendo disponibile nella mia città – Torino, ndr – a fare volontariato nei campi rom". Borghezio lo ha detto di fronte al giudice che deciderà sul suo caso, nato da alcune affermazioni pronunciate l'8 aprile 2013 nel corso della trasmissione radiofonica condotta da Giuseppe Cruciani su Radio24.

Le parole incriminate

Borghezio si era scagliato contro la visita di otto giovani rom alla Camera durante la "Giornata internazionale dei rom e dei sinti". Li aveva definiti "facce di c… che qualche presidente della Camera riceve", con un riferimento alla presidente Laura Boldrini, e aveva poi aggiunto di sperare "che non portino via gli arredi della Camera", che "una buona percentuale" dei ladri "sono rom" e che rom e lavoro sono "come l'acqua con l'olio". Affermazioni  che l'hanno portato a processo con le accuse di discriminazione razziale e diffamazione aggravata dalla finalità di odio razziale ed etnico.

Il mea culpa e la precisazione

Dopo essersi detto pentito per le sue affermazioni, però, Borghezio in una nota ha precisato di avere dato la disponibilità "ad attività di volontariato presso un'associazione storica torinese di tutela e assistenza al popolo rom presso la sede stessa e non presso i campi". La proposta dell'europarlamentare, difeso dagli avvocati Mauro e Guido Anetrini, verrà adesso valutata dalle tre associazioni di rom che si sono costituite parti civili nel processo.

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