Bonometti interrogato dai pm: “Confindustria era contraria alla zona rossa, ma nessuna pressione”
Gli industriali lombardi erano contrari alla zona rossa di Alzano Lombardo e Nembro, ma Confindustria non ha fatto pressioni per bloccarne la creazione. È la versione dei fatti resa dal presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, sentito come persona informata sui fatti dai pm di Bergamo che indagano sulla gestione dell'emergenza coronavirus, e in particolare sulla mancata zona rossa, sull'ospedale di Alzano e sulle morti nelle Rsa.
Bonometti (Confindustria): Contrari alla zona rossa, ma nessuna pressione
Bonometti è arrivato in Procura a Bergamo nel primo pomeriggio di mercoledì 3 giugno, entrando da un ingresso secondario. Il colloquio con i pm è durato circa due ore. I pubblici ministeri, che nei giorni scorsi hanno sentito anche il governatore lombardo Attilio Fontana e l'assessore al Welfare Giulio Gallera, hanno posto domande per chiarire se ci siano state o meno pressioni sull'amministrazione regionale. La questione della zona rossa è al centro del dibattito ormai da mesi, tra rimpalli di responsabilità tra giunta regionale e governo e accuse di aver tardato a prendere un provvedimento che avrebbe potuto salvare molte vite per salvaguardare gli interessi economici delle aziende della Val Seriana. Anche Fontana davanti agli inquirenti ha negato qualsiasi pressione da Confindustria. Il suo vice, Fabrizio Sala, in un'intervista a Fanpage.it dava una versione diversa e spiegava: “Abbiamo chiesto loro quali attività potevano essere chiuse”.
Lo scontro sulla zona rossa tra governo e Regione
Davanti ai pm il governatore lombardo ha detto che era "pacifico", in quei giorni di inizio marzo, che toccasse al governo istituire la zona rossa a Nembro e Alzano, area dove era già stato schierato l'esercito. In seguito il procuratore facente funzione, Maria Cristina Rota, ha dichiarato pubblicamente che l'istituzione di una zona rossa "risulta essere una decisione governativa".