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Bergamo, truffa da un milione alla sanità lombarda: denunciati cinque medici

Cinque dirigenti medici di aziende sanitarie dei Bergamo sono stati denunciati per truffa ai danni del sistema sanitario regionale lombardo. Secondo gli investigatori della guardia di finanza, avrebbero guadagnato quasi un milione di euro non dovuti lavorando in strutture private, anche se avevano scelto di lavorare in regime libero-professionale all’interno di ospedali pubblici.
A cura di Simone Gorla
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Un presunta truffa ai danni del Servizio sanitario regionale lombardo con un danno da 950 mila euro. Cinque dirigenti medici delle aziende socio sanitarie Bergamo Ovest (Treviglio) e Bergamo Est (Seriate) sono stati denunciati a piede libero dopo che i militari della guardia di finanza hanno scoperto la frode ai danni dei contribuenti. I cinque, stando alle contestazioni, avevano scelto di lavorare in regime libero-professionale all'interno di ospedali pubblici  (il cosiddetto regime ‘intramoenia' che dà la possibilità di esercizio dell’attività di liberi professionisti da parte dei medici incardinati in strutture sanitarie pubbliche, con un'indennità di esclusività pari complessivamente a 200 mila euro in aggiunta agli stipendi). In realtà, secondo quanto hanno accertato le fiamme gialle, esercitavano la professione sanitaria anche all'esterno.

Un danno milionario per il sistema sanitario regionale

Gli investigatori hanno ricostruito visite e prestazioni effettuate dai medici nei confronti di singoli pazienti in strutture sanitarie private, all'insaputa delle amministrazioni pubbliche di rispettiva appartenenza, incassando ulteriori compensi ricostruiti dai militari in 750mila euro. Il danno al servizio sanitario regionale ammonta a 950 mila euro.

Dario Violi (M5S): Situazione grave, valutare revoca accreditamento a strutture coinvolte

“La situazione è molto grave. Chi froda il sistema sanitario danneggia la collettività e allunga le liste d’attesa. Chi aveva il dovere di vigilare sulla spesa pubblica nelle strutture sanitarie non ha fatto abbastanza. Non possiamo accettare che qualcuno utilizzi il nostro sistema sanitario come un bancomat mentre i lombardi attendono anche dei mesi per  essere curati", ha commentato Dario Violi, consigliere regionale del M5S Lombardia, che propone "in caso di gravi irregolarità" di valutare "la revoca dell’accreditamento delle strutture sanitarie private". "In ogni caso il sistema va ripensato e il servizio pubblico deve tornare ad essere protagonista in Lombardia – ha aggiunto -. I privati fanno il loro interesse e inseguono il profitto, non esclusivamente l’interesse della collettività”.

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