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Covid 19

Bergamo, il primario di pneumologia Di Marco: “Abbiamo pazienti faticano a guarire”

I pazienti in terapia intensiva continuano a diminuire ma quelli ancora ricoverati al Papa Giovanni XXIII di Bergamo faticano a guarire, anche dopo settimane, o addirittura mesi. È questa la denuncia del primario di Pneumologia Fabiano Di Marco, nominato il 3 giugno Cavaliere dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Non abbiamo più nuovi casi intesi come gravi insufficienze respiratorie da Covid-19 ma abbiamo pazienti in terapia intensiva che faticano a guarire”, ha spiegato.
A cura di Chiara Ammendola
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"Non abbiamo più nuovi casi intesi come gravi insufficienze respiratorie da Covid-19 ma abbiamo pazienti in terapia intensiva che faticano a guarire, anche dopo settimane o addirittura mesi", così il professor Fabiano Di Marco primario di Pneumologia all'ospedale Giovanni XXIII di Bergamo in un'intervista rilasciata a Sky Tg24.

Nominato Cavaliere al Merito dal presidente Mattarella

Nominato il 3 giugno Cavaliere dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il dottor Di Marco ha fatto luce sull'attuale situazione nell'ospedale bergamasco tra i più colpiti dall'emergenza Covid: "Fortunatamente non ci sono nuovi casi di gravi insufficienze respiratorie, ricoveriamo pazienti con tampone positivo ma che è una cosa un po' diversa, richiede un'organizzazione all'interno dell'ospedale più complicata perché sono percorsi tutti doppi – ha spiegato – poi abbiamo ancora una serie di pazienti ricoverati che fanno fatica a guarire. La fase più importante è rivalutare i pazienti dimessi in questi mesi che non sono totalmente guariti e qui a Bergamo saranno tanti, cercheremo di fare del nostro meglio per seguirli".

Bisogna essere ottimisti ma rimanere cauti

Poi interrogato sulla cosiddetta Fase 3 e le dovute cautele ha spiegato: "Siamo stati cauti per giorni dopo la riapertura, e posso dire dopo che sono trascorse settimane che a Bergamo vediamo pochi casi, i pazienti in terapia intensiva sono quelli che dopo settimane o mesi di ricovero fanno fatica a uscire. La cautela è la strada giusta, pur mantenendo dell'ottimismo". Infine in merito ai pazienti curati in questi lunghi mesi il ricordo del professor Di Marco va ai colleghi che improvvisamente si trovano a diventare pazienti: "È una cosa che lascia il segno, vedere un medico he richiede di essere rassicurato di fa capire cosa prova realmente chi medico non è".

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