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Bergamo, il preside vieta il presepe agli alunni: “Rispettiamo tutte le religioni”

Lo ha deciso il dirigente scolastico della scuola elementare De Amicis di Celadina, vicino Bergamo: “La percentuale di studenti stranieri rasenta il 30 per cento, con picchi del 50: a scuola non ci devono essere simboli che dividono”.
A cura di Francesco Loiacono
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Presepe no, crocifisso sì. La strana contraddizione arriva dalla scuola elementare De Amicis di Celadina, a Bergamo, come racconta il Corriere. Nelle aule o tra i corridoi dell'istituto non potranno esserci capanne con Gesù bambino, il bue e l'asinello. Eppure, sui muri delle classi continuerà a rimanere appeso il crocifisso. Il divieto di realizzare il presepe è statao deciso dal dirigente scolastico, Luciano Mastrorocco, che in realtà sulla questione ha un'idea precisa che porta avanti da otto anni, da quando cioè è arrivato nella scuola. "La scuola pubblica è di tutti e non va creata alcuna occasione di discriminazione. In classe ognuno può portare il proprio contributo, ma accendere un focus cerimoniale e rituale può risultare soverchiante per qualcuno, che potrebbe subire ciò che non gli appartiene". Il "caso presepe" però sembra essere nato perché, secondo alcuni genitori, lo scorso anno almeno in una classe venne realizzato un presepe. Ma il preside nega: "A me non risulta che l’anno scorso sia stato fatto un presepe. Era stato allestito nell'atrio un villaggio agreste, per ricordare che siamo un'unica razza. È stato un modo per rispettare tutti: in questa scuola la percentuale media di studenti non italiani rasenta il 30 per cento e, in alcune classi, ha picchi che si avvicinano al 50 per cento. Le insegnanti sono d'accordo sul non fare alcun presepe tradizionale e l'unica lamentela è arrivata da un genitore. La favoletta che la cultura europea è figlia di tante cose, tra cui il cristianesimo, non sta più in piedi. A scuola non ci devono essere simboli che dividono".

Divieto di fare il presepe, ma sì al crocifisso

Eppure, un simbolo che potrebbe dividere, e sul quale in passato c'è stata più di una polemica, rimane: sui muri della scuola elementare continuano infatti a essere appesi i crocifissi: "Se lo tolgo se ne fa una questione di Stato e ho cose più importanti di cui occuparmi", taglia corto il preside. Il genitore che si è pubblicamente lamentato col dirigente, rappresentante di classe di una terza elementare, spiega le sue ragioni: "Ho sollevato la questione, perché questo divieto, pur legittimo, mi pare assurdo. È giusto far crescere i figli secondo il nostro credo, poi da grandi saranno liberi di scegliere se seguirlo oppure no. Ora scriverò a tutti i genitori, per chiedere cosa ne pensano: il preside però mi ha detto che non cambierà idea, anche se la richiesta di fare il presepe dovesse arrivare dalla maggior parte dei genitori. Peccato, perché le nostre tradizioni andrebbero tutelate". Altri genitori sono d'accordo con il suo parere, qualcuno ha proposto anche di organizzare una petizione. Tra i contrari al divieti c'è anche un consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Fabio Gregorelli: "Il presepe non offende nessuno. Vietarlo a scuola è un’assurdità".

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