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Bergamo, effettuato primo trapianto combinato fegato-polmoni al Giovanni XXIII a paziente 16enne

Un’operazione riuscita quella effettuata per la prima volta a una paziente pediatrica all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. A una ragazza di 16 anni affetta da fibrosi cistica sono stati trapiantati polmoni e fegato compromessi dalla malattia genetica. L’intervento è stato effettuato lo scorso 29 dicembre.
A cura di Chiara Ammendola
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L’équipe dell'ospedale Papa Giovanni XXIII
L’équipe dell'ospedale Papa Giovanni XXIII

Una ragazza genovese di 16 anni ha ricevuto un trapianto combinato fegato-polmoni all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Si tratta della prima operazione di questo tipo effettuata su una paziente pediatrica. La giovane, affetta da fibrosi cistica, una malattia genetica che mette in difficoltà il normale funzionamento di molti organi, è stata sottoposta a questo delicato intervento lo scorso 29 dicembre. A eseguire l'operazione, durata 11 ore, l'equipe formata tra gli altri dal dottor Michele Colledan, direttore del Dipartimento Insufficienza d’organo e trapianti, affiancato dalla chirurga Giulia Carrara. Gli organi donati sono stati prelevati nella notte tra il 28 e il 29 dicembre in un ospedale non lombardo e sono stati portati nella struttura per l'intervento iniziato alle 12 del mattino.

La ragazza operata sta bene: ora l'attende la riabilitazione

Come spiegato dallo stesso dottor Colledan a essere sostituito per primo, diversamente da quanto finora, nei pochissimi trapianti di questo tipo, è stato il fegato. Contemporaneamente ai polmoni del donatore veniva effettuato un trattamento con la tecnica Ex Vivo Lung Perfusion (EVLP) che permette agli organi di essere poi trapianti in successione.  "Avevamo già eseguito 3 trapianti di questo tipo su pazienti adulti, i primi conclusi con successo in Italia, ma questo è il primo in un paziente pediatrico, e anche il primo di questo genere in cui ricorriamo all’EVLP, una tecnica che simula, prima del trapianto, le condizioni in cui l’organo si trova normalmente a lavorare nel corpo umano". Una tecnica che permette così una conservazione maggiore degli organi. La ragazza operata che, a causa della malattia genetica presentava continui sanguinamenti nelle vie respiratorie e una grave malattia epatica, sta bene e le sue condizioni sono state giudicate molto buone dall’équipe del Papa Giovanni, anche se l’attende un percorso di riabilitazione.

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