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Bergamo, confessa l’assassino del rom ucciso nel camper: “Gli ho sparato perché sporcava”

Roberto Costelli, 39enne di Calcio, vicino a Bergamo, arrestato negli scorsi giorni per l’omicidio del rom 43enne Roberto Pantic, ha confessato: ha sparato alcuni colpi di pistola verso i camper nei quali dormiva la famiglia della vittima “per spaventarli e farli andare via”. Il pm gli ha contestato l’aggravante del movente razziale.
A cura di Francesco Loiacono
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Roberto Costelli, il 39enne di Calcio, vicino Bergamo, arrestato negli scorsi giorni per l'omicidio del 43enne Roberto Pantic, ha confessato: "Sono stato io a sparare, ma non volevo ammazzarli. Sporcavano in giro, volevo solo spaventarli e farli andare via", ha detto l'uomo secondo quanto riportato da Repubblica. Sembra così chiudersi il caso della morte del 43enne, che era stato ucciso tra il 21 e il 22 febbraio scorso mentre dormiva in uno dei suoi camper parcheggiati in un prato della Bassa bergamasca, assieme alla moglie e ai suoi dieci figli. Una vicenda dai contorni oscuri: l'uomo, un rom che come tutta la sua famiglia si manteneva di elemosina, era stato soccorso dai familiari dopo aver lamentato un dolore alla testa. Solo con l'intervento dei sanitari si era scoperto che il 43enne era stato colpito alla nuca da un proiettile: durante il trasporto in ospedale Pantic era deceduto.

Gli inquirenti contestano il movente razziale

Le circostanze particolari della morte, unite al fatto che la famiglia Pantic non aveva alcun precedente penale rilevante, avevano da subito indirizzato gli inquirenti verso il gesto dimostrativo dettato da odio razziale. Un movente che però Costelli ha negato fermamente, nonostante il suo profilo su Facebook sia pieno di riferimenti espliciti in questo senso: insulti contro "zingari, rom e tante razze di merda del genere", invocazioni per fare "una bella fossa comune per sotterrare vivi ste cazz di extraterrestri", e così via. La motivazione del gesto dimostrativo di Costelli – ex parà e che da due anni ha lasciato il lavoro come carpentiere per assistere la madre malata – poi finito in tragedia, sarebbe nell'animo ecologista dell'assassino: "Sono un ecologista convinto, non un razzista. Quelli sporcavano un luogo che io cercavo di tenere pulito. Volevo solo spaventarli, devo aver sbagliato mira. Non credevo di aver ucciso nessuno, l'ho scoperto leggendo i giornali", ha detto agli inquirenti, spiegando di essere molto legato alla piazzola vicino al fiume Oglio sulla quale sostavano i camper dei Pantic.

Una spiegazione che non ha però convinto il pubblico ministero di Bergamo Carmen Pugliese, che ha deciso di contestare a Costelli le aggravanti dei futili motivi e della discriminazione razziale: "Quella dell’indagato è stata un’ammissione dei fatti resa quasi candidamente. È stato un fatto gravissimo, che poteva diventare la strage. Sui due camper, trafitti entrambi dai proiettili, dormivano ben 13 persone. Ma è stata la motivazione di Costelli a lasciare sbalorditi – ha spiegato in conferenza stampa il pm -. Credo sia giusto contestare a questo soggetto l’aggravante della discriminazione razziale e i futili motivi".

Gli inquirenti adesso cercheranno di capire se l'atto dimostrativo sia stato premeditato o no. Nell'abitazione del 39enne Costelli è stata ritrovata una pistola compatibile con i sette colpi esplosi la sera del delitto. L'arma, che Costelli aveva portato con sé quella sera per andare a una festa di Carnevale vicino alla piazzola dove è stato ucciso Pantic, è stata inviata ai Ris di Parma per le analisi balistiche. Nel corso della perquisizione nella casa del 39enne sono state inoltre scoperte 17 piante di marijuana, 13 chili di sostanza stupefacente e un'altra pistola regolarmente denunciata. Costelli si trova adesso agli arresti domiciliari.

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