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Bergamo, cavi d’acciaio come ghigliottine nei sentieri: motociclisti in pericolo

Un appassionato di motocross del Bergamasco, Daniele Consonni, durante un’escursione tra sentieri ha notato cavi d’acciaio tesi tra gli alberi all’altezza delle ruote della moto e del collo dei motociclisti: se affrontati ad alta velocità avrebbero potuto essere letali, come già avvenuto in altre parti d’Italia. Pronta una denuncia.
A cura di Francesco Loiacono
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Nei sentieri di montagna del Bergamasco si nascondono trappole mortali per gli appassionati di motocross: cavi d’acciaio tirati tra gli alberi. La notizia è stata diffusa domenica scorsa da uno dei tanti appassionati di questo sport, Daniele Consonni, endurista di Terno d’Isola, ma nativo di Dossena, in provincia di Bergamo. Sulla sua pagina Facebook Consonni ha postato tre diversi video relativi ad altrettanti cavi scoperti nel corso di una escursione con la sua moto tra i boschi. I cavi erano sistemati ad altezze diverse, a livello degli pneumatici, dei fari della moto e anche del collo dei piloti. Affrontarli ad alta velocità avrebbe potuto avere conseguenze mortali, come peraltro già avvenuto in passato ad altri motociclisti.

I cavi d'acciaio sembrano essere stati tesi apposta per fare uno sgarbo ai motociclisti: "Li abbiamo trovati su un sentiero piuttosto disastrato, che non è mai battuto da nessun escursionista a piedi – spiega su Facebook Consonni -. Anzi, gli unici che si preoccupano di sistemarlo e ripulirlo, siamo proprio noi motociclisti". Della questione se ne occuperanno adesso le forze dell'ordine, dopo la denuncia che Consonni ha deciso di presentare. La circostanza delle trappole è nuova per i carabinieri e la forestale del luogo, ma in altre zone d'Italia ci sono già state delle vittime: è accaduto nel 2007 nel Modenese e nel 2011 a Frosolone, in provincia di Isernia: vittime il 48enne Marco Badiali e il 19enne Manuel Colantuono.

Per sua fortuna, invece, Daniele Consonni andava piano ed è riuscito ad accorgersi dei cavi: "Stavo per fare un gradino di roccia, con la moto, in quel punto andavo molto piano. Ho notato un cavo che passava sulla mascherina, sopra il faro, e sono riuscito a fermarmi. Poi ho perlustrato il sentiero con il mio amico. In 100 metri circa c’erano cavi in tre punti diversi".

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