Baranzate, a due mesi dal ritrovamento è ancora mistero sulla morte di Stefano Marinoni
Nessuna novità riguardo alla misteriosa morte di Stefano Marinoni, il 22enne di Baranzate scomparso da casa lo scorso 4 luglio e ritrovato senza vita una settimana più tardi, nei pressi di un traliccio in un'area verde tra Arese e Rho, nel Milanese. Sono passati quasi due mesi ormai da quel tragico 12 luglio, giorno del ritrovamento del cadavere di Stefano in evidente stato di decomposizione, ma non si ha ancora una certezza assoluta su quali possano essere state le cause effettive del decesso. I carabinieri di Rho, dopo i primi accertamenti, avevano ipotizzato che potesse trattarsi di suicidio. Una pista non confermata dall'autopsia che ha lasciato ancora aperta l'ipotesi di omicidio e ha indotto il pubblico ministero della procura di Milano Mario Clerici ad aprire un fascicolo per omicidio contro ignoti. Adesso si attendono ancora gli esiti degli accertamenti tossicologici disposti sul corpo: solo dopo la salma potrà essere restituita ai famigliari del ragazzo per i funerali.
I famigliari chiedono chiarezza sulla morte di Stefano
La famiglia di Stefano Marinoni, che abita nella casa di via Sauro a Baranzate, non riesce a darsi pace. Troppi gli interrogativi ancora aperti sulla morte del loro unico figlio maschio, che secondo quanto emerge dai rilevamenti delle forze dell'ordine conduceva una vita del tutto normale, senza misteri o segreti da nascondere. I parenti di Stefano non possono ancora piangere sulla tomba del figlio morto, poiché il cadavere resterà a disposizione degli inquirenti fintanto che non saranno completati tutti gli accertamenti sulla salma. Gli stessi famigliari, intercettati dal quotidiano "Il Giorno", hanno espresso tutto il loro dolore a riguardo spiegando che "fino a quando ci saranno le indagini in corso non potranno restituirci il corpo". Proprio per questo l'estremo saluto di amici e parenti a Stefano Marinoni è ancora da rimandare a data da destinarsi.