Attentato San Donato, l’ambasciatore egiziano premia Ramy, il ragazzino eroe: “Motivo di orgoglio”
L'ambasciatore dell'Egitto ha premiato oggi Ramy, il ragazzino di 13 anni che grazie al suo coraggio ha aiutato i carabinieri a sventare la strage sul bus dello scorso mercoledì a San Donato Milanese. "Per noi è motivo di orgoglio", ha detto il diplomatico egiziano Hisham Badr. Ramy è uno dei due ragazzini che, grazie al cellulare nascosto all'autista dirottatore Ousseynou Sy da un altro compagno di classe, Riccardo, è riuscito ad avvertire i carabinieri di quanto stava accadendo fornendo coordinate utili per rintracciare e poi fermare il bus dirottato. Subito dopo la mancata strage di San Donato Milanese e in seguito a una richiesta del papà di Ramy ci sono state aperture per concedere al ragazzino, che è nato in Italia da genitori stranieri e dunque per le legge italiana non è cittadino italiano, la cittadinanza italiana. Il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio aveva subito appoggiato questa possibilità mentre l'altro vice presidente, Matteo Salvini, pur dicendosi favorevole ha vincolato l'esito ad alcune verifiche.
L'ambasciatore: Ramy è un eroe, modello di nobili valori egiziani
Mentre sulla concessione della cittadinanza a Ramy si sono scatenate polemiche – con diversi botta e risposta tra lo stesso Ramy e il ministro dell'Interno – il Paese d'origine dei suoi genitori ha deciso di premiarlo: "È un eroe", ha detto l'ambasciatore egiziano a Roma, sottolineando come l'atto eroico dello scorso 20 marzo per salvare la vita di 51 "italiani" sia "motivo di apprezzamento e rispetto" e anche un "modello di nobili valori egiziani". Il gesto di Ramy, secondo l'ambasciatore, potrà anche contribuire a rafforzare "l'amicizia tra Italia ed Egitto". Ramy è andato nella Capitale per ricevere il premio dall'ambasciatore e non ha così potuto partecipare all'incontro con i carabinieri che hanno salvato lui e i suoi compagni di scuola che si è tenuto oggi all'istituto Vailati di Crema: "Mi è passato vicino col coltello, mi ha guardato male – ha detto il ragazzino a proposito dell'attentatore, ora in carcere con l'accusa di strage, sequestro di persona con l'aggravante del terrorismo – Pensavo già alla morte, quindi non ho avuto paura".