Assolto l’ex agente di Sara Tommasi: era accusato di averla costretta a subire rapporti sessuali
Un'assoluzione "perché il fatto non sussiste" da tutti i reati per i quali era imputato. È finito così, davanti ai giudici della V sezione della Corte d'Appello di Milano, il processo a carico di Fabrizio Chinaglia, l'ex agente della showgirl Sara Tommasi. Chinaglia, che già in primo grado era stato assolto con la stessa formula, era accusato di diversi e gravi reati: estorsione, cessione di droga e violenza sessuale. L'ultimo era sicuramente il più pesante: secondo il pubblico ministero, l'agente del mondo dello spettacolo aveva approfittato delle condizioni di "inferiorità psichica" della showgirl, causate da un disturbo della personalità e dalla cocaina, per costringerla ad avere rapporti sessuali.
I giudici hanno assolto con formula piena l'imputato
Per i giudici però, in primo come in secondo grado, non è così: e se per le motivazioni della sentenza d'appello bisognerà aspettare trenta giorni, va ricordato che già in primo grado i giudici avevano parlato di mancanza di riscontri e di dichiarazioni "prive di precisione e costanza" e inverosimili rese dalla Tommasi come motivi alla base della piena assoluzione dell'ex agente della showgirl. L'assoluzione con formula piena di Chinaglia potrebbe davvero mettere fine a una vicenda che risale ormai a sei anni fa, tra agosto e settembre del 2013: in una ventina di giorni circa nei quali Chinaglia, residente nel Lecchese, era diventato il manager di Sara Tommasi e poi aveva iniziato una relazione sentimentale con la showgirl, che oggi ha 38 anni e dopo un periodo buio sembra aver ritrovato la tranquillità.
L'accusa aveva chiesto otto anni di condanna: È la fine di un incubo
Anche i giudici d'appello hanno sconfessato le richieste del pubblico ministero, che in primo grado aveva chiesto una condanna a otto anni di reclusione e, dopo la prima assoluzione, si era opposto all'archiviazione presentando ricorso. Adesso, come ha affermato l'avvocato di Chinaglia al quotidiano "Il Giorno", sembra essere arrivata davvero la "fine di un incubo" per il suo assistito: "Siamo soddisfatti – ha detto l'avvocato Giuliana Casti – quelle erano accuse davvero pesanti".