Armani investe 50 milioni nell’ex area Nestlé: “Ho un debito di riconoscenza verso Milano”

Giorgio Armani si prepara a ripagare il "debito di riconoscenza" verso Milano, la città che gli ha consentito di diventare "Re Giorgio". Lo farà, come ha spiegato a Corriere economia, investendo nell'area ex Nestlé di via Bergognone, in zona Tortona-Porta Genova, dove ha sede il suo teatro. "Ho da sempre un debito di riconoscenza verso questa città, che mi ha accolto e capito, e che con i suoi contrasti e i suoi silenzi discreti mi ha lungamento ispirato – racconta lo stilista piacentino al Corriere -. I quarant’anni della Giorgio Armani, che peraltro coincidono con l’Expo, mi sono sembrati l’occasione giusta per fare qualcosa di importante, non solo di celebrativo. L’idea è di lasciare alla città la testimonianza di un lavoro che non sia solo da contemplare ma funga da stimolo per dare vita a nuove idee".
Investimento di 50 milioni
Il "debito" di cui parla Armani è quantificato in una cifra ben precisa: 50 milioni di euro. A tanto ammonta l'investimento dello stilista, da sempre attento al mercato immobiliare. I soldi serviranno per ampliare e riqualificare l’ex stabilimento Nestlé di via Bergognone a Milano, che diventerà un vero e proprio quartier generale per il marchio Armani. Qui infatti sorgerà un museo, accanto al Teatro Armani utilizzato per le sfilate. Allo stesso tempo, però, lo stilista sta portando avanti altri due investimenti nel mercato immobiliare milanese, ristrutturando due palazzi ai civici 11 e 18 della centrale via Borgonuovo, alle spalle del Quadrilatero della moda. In questa sede resteranno i marchi Giorgio Armani, con il suo ufficio stilistico, e Armani Privè con la sua sartoria, oltre al dipartimento comunicazione del Gruppo.
L'investimento annunciato arriva al termine della prima fase della riorganizzazione del gruppo Giorgio Armani, partita il primo gennaio di cinque anni fa. Una riorganizzazione che sta portando i risultati auspicati, e che ha visto nel 2014 i ricavi crescere del 4-5 per cento rispetto ai 2,18 miliardi di euro del 2013.